Toscana

Casa, situazione esplosiva tra sfratti e caro mutui

di Ennio Cicali

Ci sono oltre trecento milioni di euro (metà nelle casse dei comuni, metà alla Cassa Depositi e Prestiti) che potrebbero consentire di costruire 15 mila nuove case popolari in Toscana, ma che non vengono spesi, mentre l’emergenza casa esplode in tutta la sua drammaticità. Per questo non è più rinviabile una legge regionale che riordini il settore e consenta di spendere, velocemente, queste risorse. A dirlo sono Cgil, Cisl e Uil della Toscana, che hanno dedicato un convegno alle «Politiche abitative in Toscana», assieme ai sindacati inquilini, Sunia, Sicet e Uniat.

L’idea dei sindacati è quella di riaccentrare tutte le risorse disponibili a livello regionale e riassegnarle a fronte di progetti già «cantierabili» da parte dei comuni. Privilegiando progetti di riutilizzo delle aree, meno impattanti sul territorio, e con un’edilizia ecoefficiente.

Si fa sempre più drammatico, intanto, il problema della casa in Toscana. Alla penuria di case si aggiunge ora il dramma degli sfratti, acuito dal recente decreto del ministro Matteoli, che riduce drasticamente da 43 a 6 i Comuni considerati a «alta tensione abitativa». In pratica, solo a Firenze, Bagno a Ripoli, Campi, Impruneta, Scandicci e Sesto sarà possibile rimandare gli sfratti fino al 30 giugno 2009. Sfratti immediatamente esecutivi, invece, a Pisa, Siena, Livorno, Arezzo, Grosseto, Viareggio, Pistoia, Prato, Piombino, Empoli, Carrara, alcune delle 37 città e centri minori esclusi dalla proroga. Il provvedimento garantirà una proroga alle famiglie con reddito inferiore a 27.000 euro, con anziani ultra-sessantacinquenni, portatori di handicap o malati terminali, e con figli a carico.

Il decreto, nelle intenzioni del ministro, dovrebbe far fronte al disagio abitativo di tante persone. Ma con un limite: è valido solo per le grandi città, anzi per le città capoluogo di aree metropolitane o in altri Comuni con urgenti problemi abitativi purché confinino con il capoluogo. In Toscana l´unica città al centro di un´area metropolitana è Firenze, che ottiene la proroga insieme a cinque Comuni della cintura: quelli confinanti. Escluso Calenzano, per esempio, che non confina col territorio fiorentino, pur essendo a due passi e sopporta gran parte il peso dell´emergenza casa di Firenze e Prato. Tra le città escluse Pisa dove 300 famiglie, di cui 170 con sentenza già definitiva, rischiano di essere immediatamente sfrattate. Esclusione che non si riesce a comprendere visto che Pisa è riconosciuta per legge città ad alta tensione abitativa. Inoltre, accoglie un´università statale con oltre 50 mila iscritti, più della metà domiciliati in città, e con i comuni di Vecchiano, San Giuliano Terme e Cascina arriva a 200 mila abitanti.

Protestano il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, e quello che Livorno, Alessandro Cosimi, che è anche presidente dell’Anci toscana (l’associazione regionale dei comuni). Chiedono di rivedere il decreto prima che sia convertito in legge. Stessa richiesta anche da parte di Simone Porzio, segretario del Sunia toscano.

Segnali di crisi anche dal mercato immobiliare. Il fatturato complessivo del mercato residenziale in Toscana, raggiungerà, a dicembre 2008, i 9,2 miliardi di euro. Per la prima volta dal 2000, il fatturato prodotto dalla compravendita di case, chiuderà l’anno in contrazione. Ridimensionando le previsioni negative dei primi mesi dell’anno, il giro d’affari realizzato nella regione perde cinquanta milioni di euro in dodici mesi.

Secondo un’indagine presentata da Scenari Immobiliari e dall’Ance Toscana, il risultato è dovuto, da un lato, al decremento degli scambi  dall’altro, della crescita dei prezzi, assestatasi nel 2008 attorno al 2,2 per cento. Sono 76mila le famiglie attualmente alla ricerca di un’abitazione in Toscana, con una riduzione di oltre 3,5 % rispetto al 2007. È diminuita sensibilmente la domanda delle categorie più giovani ed economicamente meno strutturate.. Le difficoltà ad accedere ai mutui, gli alti tassi di interesse praticati dalle banche, un economia che rallenta sensibilmente e una preoccupazione generalizzata verso un probabile peggioramento colpiscono soprattutto le fasce di mercato medio basse che tornano a rivolgersi al mercato dell’affitto piuttosto che rischiare l’acquisto di una casa di cui non hanno la certezza di riuscirne a mantenere la proprietà.