di Gianni RossiHanno ognuno un colore: il blu l’appartamento in basso, ricavato in quella che un tempo era la capanna degli attrezzi, il rosso, l’arancione e il verde quelli nell’edificio principale. È Casa Guasti, o meglio, i quattro appartamenti di Casa Guasti, l’opera di carità «segno» del 350° anniversario della Diocesi, che viene inaugurata questo venerdì 20 gennaio dal Vescovo Simoni a Cafaggio. Quando andiamo a visitarla, mentre ancora fervono gli ultimi lavori di sistemazione, una persona si ferma all’esterno e chiede se l’immobile è in vendita. «Non è la prima volta che accade» spiega Idalia Venco, vicedirettrice della Caritas diocesana. La casa, infatti, è un vecchio casale di campagna completamente restaurato, circondato da un ampio giardino, proprio a due passi dall’antico oratorio detto «dei Giovannelli», in via Roma 405, non lontano dall’autostrada Firenze Mare. Chi non conosce la destinazione, potrebbe pensare ad un villa di una famiglia benestante. E, invece, è la struttura che la Diocesi ha allestito per le emergenze abitative. Qui, nei quattro mini-appartamenti (si va da 35 a 50 metri quadri, tutti con una camera e un divano letto nel soggiorno-cucina), sobri ma accoglienti, potranno trovare ospitalità, per un medio periodo, famiglie che si trovano a dover lasciare la propria abitazione senza sapere dove andare. Sfrattati, ma anche nuclei rimasti senza casa per altri motivi, ora che la crisi economica si fa sempre più sentire, basti pensare ai fallimenti o alla perdita di un posto di lavoro. «Con questa struttura – afferma mons. Santino Brunetti, direttore della Caritas – non risolviamo certo il grave problema della casa a Prato, ma come Chiesa diamo un segno tangibile di carità e, prima ancora, di giustizia».L’immobile è stato donato alla Diocesi dalla famiglia di Giovacchino Guasti. Il suo restauro e riallestimento è stato possibile grazie innanzitutto alle offerte raccolte nelle parrocchie durante la Quaresima di carità 2005, alle quali si sono aggiunti un ulteriore intervento economico della Curia diocesana e uno proveniente dall’8 per mille della Conferenza episcopale italiana; altri contributi sono giunti dal Comune di Prato, dalla Provincia, dal Consiag, da Asm, dal Rotary club Filippo Lippi e dalla ditta Tuscania. Complessivamente il costo si aggira sui 260.000 euro.A colorare ulteriormente gli appartamenti sono giunti poi i casalinghi e la biancheria donati da Ikea, nell’ambito dell’iniziativa «Inclusione sociale».Ma il progetto non finisce qui. La permanenza temporanea a Casa Guasti vuole essere anche un’opportunità per far «ripartire» la famiglia dopo le difficoltà a cui è andata incontro. Ripartire dal punto di vista economico, ma anche delle dinamiche relazionali e sociali. Alcune famiglie di Cafaggio e delle altre frazioni vicine, infatti, coordinate dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare, promuoveranno una sorta di accompagnamento discreto, con il supporto di alcuni operatori volontari debitamente formati: amicizia, vicinanza, ma anche aiuto concreto, a cominciare, per esempio, dal doposcuola per i figli. Proprio in questi giorni la Caritas sta poi approntando, grazie anche al supporto legale di alcuni esperti, il regolamento di utilizzo della casa.«Siamo contenti – afferma don Massimo Malinconi, parroco di Cafaggio – come comunità parrocchiale di poter collaborare con la Caritas diocesana per questo servizio. Diverse famiglie si sono già rese disponibili per dare una mano». Chi volesse aggiungersi non ha che da contattare o la parrocchia di Cafaggio (tel. 0574-540206) o la Caritas diocesana (tel. 0574-34047; e-mail: caritas@diocesiprato.it).