Toscana
Carraresi (Udc): «Ecco come risparmiare ogni anno 80 milioni nella sanità toscana»
Risparmiare 80 milioni di euro all’anno nella sanità toscana. Non uno slogan ma un obiettivo concreto. E il gruppo Udc avanza una proposta precisa, una proposta di legge per razionalizzare l’ordinamento sanitario regionale, e che produce come diretta conseguenza ingenti risparmi. Passando da ventuno a sete enti regionali, con l’accorpamento delle attuali dodici aziende sanitarie locali in sole tre Asl di area vasta, la soppressione dei tre Estav, dell’Ispo e della Fondazione Monasterio.
Alla proposta di legge di «Riforma del sistema sanitario regionale» presentata oggi dal gruppo UDC in Consiglio regionale della Toscana, con i consiglieri Marco Carraresi e Giuseppe Del Carlo, è allegata anche una tabella delle economie previste: in totale ben 80 milioni l’anno, dalla riduzioni di organi, direttori generali, dirigenti, collegi sindacali, spese di gestione, organismi di certificazione, razionalizzazione di personale.
«Il nostro sistema sanitario è sull’orlo del precipizio e non abbiamo più tempo da perdere –dice il consigliere Marco Carraresi-. Occorre avere il ‘coraggio delle scelte’. Altre Regioni, come l’Emilia Romagna, lo hanno già avuto, mentre noi toscani siamo qui a gestire un sistema elefantiaco, che avrebbe bisogno di essere razionalizzato e riorganizzato. Purtroppo anche l’occasione del nuovo Piano integrato sanitario e sociale che avrebbe dovuto definire i nuovi assetti della sanità toscana dei prossimi anni, a tre anni dalla sua presentazione da parte della Giunta, e a poco più di un anno dalla fine della legislatura, è sparito, chiuso in qualche cassetto. Noi diciamo che non c’è più tempo per atteggiamenti attendisti, e lo diciamo con la forza che deriva dal fatto di non avere orti e orticelli da salvaguardare o rendite di posizione da garantire».
Carraresi lo precisa: «Ridurre la spesa non significa affatto “tagliare”, ridurre i livelli di assistenza: significa eliminare sprechi, sovrapposizioni, e investire gli enormi risparmi che si possono ottenere non solo per mantenere gli attuali servizi, ma per qualificarli e rafforzarli. E la spesa può essere significativamente ridotta già intervenendo, subito, sui costi dell’apparato burocratico-amministrativo. La nostra è un’organizzazione ormai superata e obsoleta, insostenibile sul piano economico e, a causa delle sempre minori risorse a disposizione, si rischia il collasso».