Lettere in redazione
«Caro-libri», quest’anno incide anche il multimediale
Caro direttore, quello dei libri di testo è uno scandalo. La ragione è semplice: è un grande affare da cui molti (le case editrici innanzitutto, ma non solo) traggono ampi profitti. Infatti in molti casi gli aggiornamenti dei testi scolastici sono poco più che interventi di restyling, modifiche di facciata, il cui obiettivo principale è impedire allo studente di usare il libro su cui magari aveva studiato il fratello maggiore o il padre e costringerlo ad acquistare invece la nuova edizione. Sarebbe necessaria un’azione dissuasiva per contrastare queste forme di speculazione. Per esempio si dovrebbe stabilire che le nuove edizioni siano veramente tali sul piano dei contenuti, altrimenti è da ritenere valida e quindi utilizzabile l’edizione precedente.
Tutti gli anni, quando ci si avvicina al suono della prima campanella, si ripropone il problema del «caro-scuola» ed in particolare del «caro-libri». Infatti, una fetta consistente delle spese per mandare i figli a scuola se ne va per l’acquisto dei testi. Quest’anno, a dire il vero, il Ministero dell’Istruzione ha fissato dei tetti di spesa per ciascun grado delle scuole dell’obbligo invitando gli insegnanti a privilegiare i volumi con un prezzo inferiore e che mantengano invariato il contenuto per almeno cinque anni. Per risparmiare, proprio in questi giorni, si stanno moltiplicando i «mercatini» e le code di fronte alle librerie che vendono testi usati. Alcune grandi catene di distribuzione offrono libri scolastici nuovi con uno sconto del 15-20%. Compravendite economiche, ovviamente, avvengono anche in rete attraverso siti specializzati. Insomma, ognuno si arrangia come può. Eppure, stando alle associazioni di consumatori, ogni famiglia quest’anno spenderà per la scuola in media 100 euro di più di cui 80 per i libri. Anche perché, proprio da quest’anno, non sarà possibile usare testi esclusivamente a stampa. Dovranno essere adottati libri di testo in formato misto ovvero anche scaricabili da internet. Il multimediale insomma costringerà all’acquisto di nuove edizioni vanificando di fatto i tetti di spesa fissati.
Andrea Fagioli