Venerdì 19 giugno Alessandro Buti, vicedirettore della Caritas diocesana e don Danilo Costantino, responsabile diocesano e regionale per la pastorale giovanile, sono partiti alla volta dell’Abruzzo. Lo scopo è quello di effettuare un sopralluogo e accompagnare due operatori toscani che fino a dicembre resteranno in Abruzzo in aiuto delle popolazioni colpite dal sisma, in particolare nella zona della casa parrocchiale di Fontecchio, all’interno della zona di San Demetrio.Il loro viaggio si inserisce nel lavoro che la Conferenza episcopale italiana ha affidato alla Caritas Italiana, quello cioè di coordinare e orientare le operazioni nei territori colpiti dal sisma. La delegazione della Caritas Toscana insieme alla delegazione calabrese, infatti, ha iniziato un percorso condiviso assieme all’Azione cattolica toscana e alla Pastorale giovanile toscana per intervenire in maniera organica e strutturata.Finita la fase della prima emergenza, il loro compito sarà prevalentemente di tipo pastorale. «I sacerdoti sono pochi – dice don Danilo Costantino – e moltissime chiese sono crollate. Nei mesi che vanno da luglio a dicembre cercheremo di mettere in piedi momenti di preghiera, incontri con i giovani o iniziative quali Estate ragazzi. Cercheremo di operare a sostegno dei sacerdoti e delle comunità ecclesiali cercando di sopperire a quelle che sono le loro esigenze». Compiti non certo facili e soggetti a continui cambiamenti. «All’inizio – dice Alessandro Buti – ci metteremo in ascolto delle persone e del territorio, cercando di individuare quelle che sono le priorità. Grazie anche a un diario che verrà stilato ogni giorno potremo verificare come sta andando il percorso e se c’è bisogno di correggere il tiro del nostro intervento. A partire da gennaio poi, inizierà la terza fase. Quella cioè in cui cercheremo di costruire quelle che vengono definite delle opere-segno, come per esempio una chiesa, un asilo parrocchiale, un oratorio, un campo da calcio. Tutte opere che possano testimoniare la nostra vicinanza e il nostro impegno a fianco di chi soffre».Luca Primavera