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Caritas lancia un appello di emergenza per la crisi “dimenticata” in Burkina Faso dove 2,2 milioni di persone rischiano di morire di fame

Il Paese dell'Africa occidentale è divenuto l'epicentro di un drammatico conflitto regionale che ha causato più di un milione di sfollati interni. Si tratta di una delle ondate di sfollamento in più rapida evoluzione nel mondo a causa della quale centinaia di migliaia di persone non hanno né cibo, né acqua, né un rifugio adeguato.

Caritas Internationalis ha lanciato un appello di emergenza per aiutare gli sfollati in Burkina Faso a sopravvivere alla grave crisi alimentare. Secondo quanto reso noto da Caritas Burkina Faso, se non verrà fornito alcun aiuto, nei prossimi mesi oltre 2,2 milioni di bukinabé rischieranno di morire di fame a causa dei conflitti in atto e delle condizioni climatiche estreme. Nel 2020 il numero di persone colpite dalla gravissima carenza di cibo è di tre volte superiore rispetto allo scorso anno.

“Il mondo ha dimenticato la crisi nel Sahel – afferma il direttore della Caritas Burkina Faso, padre Constatin Sere – Paesi come il Burkina Faso si trovano ad affrontare una serie di sfide e senza aiuto le persone soffriranno terribilmente. Gli sfollati interni non accesso ai generi alimentari, né all’acqua, essenziale sia per bere che per l’igiene personale”.

Padre Sere nota inoltre che come con l’avvicinarsi della stagione delle piogge, le condizioni degli sfollati si fanno ancora più critiche, in quanto la maggior parte di loro non ha riparo adeguato per affrontare le tempeste, i forti venti e le inondazioni che si susseguiranno nei prossimi tre o cinque mesi.

Caritas ha quindi lanciato un progetto di 600.000 euro per fornire agli sfollati e alle famiglie che li ospitano aiuti alimentari e un contributo economico fino alla fine di ottobre 2020. Il progetto, che mira ad aiutare circa 50 mila persone, si concentrerà principalmente nelle diocesi di Kaya, Fada N’Gourma, Nouna e Dédougou.

I pacchi viveri offerti a circa 1.500 famiglie, conterranno cibo sufficiente per un mese e includeranno: 50 kg di riso, 50 kg di sorgo o miglio, 25 kg di fagioli, 5 litri di olio, 2 kg di sale e 5000 franchi centrafricani che le persone potranno utilizzare per acquistare generi alimentari deperibili.

Come riferisce lo stesso padre Sere, tutti i burkinabé e gli sfollati in particolare continuano a sperare nella pace e in un ritorno alla normalità.  “Se chiedi a uno sfollato ciò che desidera di più, ti risponderà che desidera tornare nel suo villaggio di origine. Temo che ciò non accadrà molto presto, perché le violenze non accennano a diminuire. Nonostante l’impegno da parte dello Stato, nel nostro Paese i gruppi armati continuano a seminare terrore e a spezzare delle vite”.

Fino a non molto tempo fa, in Burkina Faso regnava la pace. Ma da ormai 4 anni, i gruppi armati che operano lungo il confine settentrionale e nell’est del Paese continuano ad uccidere e a terrorizzare i cittadini, causando una grave instabilità nel Paese.

A nome di Caritas Burkina, padre Sere ringrazia di cuore a chiunque intenda aiutare la popolazione locale. “Tra luglio e agosto, in Burkina Faso 2,2 milioni di persone rischiano di morire di fame. Il futuro è preoccupante, ma noi continuiamo a riporre la nostra fede in Dio e nell’amore dei nostri fratelli e delle nostre sorelle in tutto il mondo”, ha affermato padre Sere.