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CARITAS ITALIANA: INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

“Povertà, crisi economica e sociale, solidarietà e bene comune”. Questi alcuni temi toccati questa mattina durante l’incontro che mons. Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute e presidente della Caritas italiana, e mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas, hanno avuto con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Durante l’incontro, riferisce una nota della Caritas, “si è parlato anche del ruolo sempre più centrale dell’Europa, del fenomeno migratorio, del mondo del carcere”. Mons. Merisi, informa la Caritas, ha sottolineato la necessità che “ogni realtà del Paese, per la sfera di sua competenza, si impegni e si coinvolga in iniziative nei confronti delle famiglie colpite dalla crisi, in un’ottica di solidarietà e con un’attenzione alle antiche e alle nuove povertà”. Sulla “scia dei recenti incontri avuti dal presidente della Repubblica con la Santa Sede e la Cei per l’anniversario dei Patti Lateranensi”, mons. Merisi, si legge nella nota, “ha ribadito l’importanza del dialogo e dell’ascolto vicendevole, anche su temi su cui nella società civile ci sono diverse valutazioni, dal nostro punto di vista con riferimento all’insegnamento della Chiesa e ai principi del diritto naturale”.Mons. Merisi e mons. Nozza hanno presentato al presidente Napolitano i contenuti di “Ripartire dai poveri”, ottavo rapporto (Il Mulino, ottobre 2008) curato da Caritas Italiana e Fondazione Emanuela Zancan su povertà ed esclusione sociale e di “Nell’occhio del ciclone” (Il Mulino, gennaio 2009), terza ricerca sui conflitti dimenticati, curata da Caritas Italiana, in collaborazione con il settimanale “Famiglia Cristiana” e il quindicinale “Il Regno”. “La preoccupazione emersa” durante l’incontro, riferisce la Caritas, è che “l’attuale crisi non penalizzi doppiamente i Paesi del Sud del mondo, specialmente nel continente africano. Si tratta dunque di mantenere un’attenzione globale al tema povertà, portando i poveri da «ultimi della fila» – ai quali riservare solo attenzione e risorse residuali – ai primi posti nell’attenzione e nelle agende politiche e sociali, per realizzare così il «bene comune», che viene definito nella dottrina sociale della Chiesa: bene di tutti e di ciascuno, giacché tutti siamo responsabili di tutti”.Sir