Vita Chiesa

CARITAS INTERNATIONALIS; CARD. MARTINO: NESSUNO HA IL MONOPOLIO DELLA CARITÀ

“Nella Chiesa nessuno ha il monopolio della carità”, che appartiene alla Chiesa intera perché” compendia in sé tutto il Vangelo”, come scrive Benedetto XVI in quella “piccola enciclica sociale” che è la “Deus caritas est”. Lo ha detto il card. Renato Raffaele Martino, presidente del pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, intervenendo oggi alla XVIII Assemblea generale della Caritas Internationalis, in corso in Vaticano fino al 9 giugno sul tema: “Testimoni di carità, artigiani di pace”. Il porporato ha esortato ad evitare “separazioni o addirittura contrapposizioni nell’esercizio della carità tra sacerdozio e laicato, tra celebrazione e pastorale, tra assistenza ai bisognosi e lavoro per la giustizia, tra l’impegno svolto all’interno delle realtà associative ecclesiali e quello esercitato nei luoghi di frontiera della difesa dei diritti umani, dell’impegno per lo sviluppo dei poveri o della riconciliazione nelle aree di conflitto”. Per Martino, infatti “i cristiani vivono la carità non solo quando aiutano chi è nel bisogno, ma anche quando si impegnano nel mondo, da soli o organizzati, a fianco di fedeli di altre confessioni religiose o di non credenti, o quando agiscono nella società civile, nell’economia, nel volontariato, per la difesa dei diritti umani”.

“La realtà ha bisogno di Dio per essere completamente e veramente se stessa; i sistemi politici hanno bisogno della religione per esser pienamente se stessi; l’analisi razionale e critica ha bisogno della prospettiva di fede per incontrare la storia”. Con queste parole il card. Renato Raffaele Martino si è soffermato sulla “necessità pubblica della dimensione cristiana”. Dall’”unità” tra giustizia e carità, ha detto il cardinale intervenendo oggi alla plenaria della Caritas Internationalis, “dipende anche il senso e lo spazio dei cristiani nella costruzione di un mondo a misura di uomo. Se essi siano indispensabili o superflui. Dipende anche il fondamento dell’identità cristiana nell’agire del mondo”. “Se la giustizia, la ragione, la dimensione materiale – ha spiegato Martino citando la riflessione del Papa sulla “dittatura del relativismo” – sono autosufficienti, il cristianesimo diventa superfluo per la vita pubblica e avrebbe ragione la laicità del relativismo a relegarlo nella sfera delle scelte private”. La fede cristiana, ha concluso Martino, ha invece la “pretesa” che “non c’è vera soluzione della questione sociale fuori del Vangelo”, come scriveva Giovanni Paolo II nella “Centesimus Annus”.

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