Nella sede della Caritas diocesana in via Fonte Veneziana ad Arezzo, l’arcivescovo Riccardo Fontana ha incontrato i ragazzi che quest’anno intraprendono l’esperienza del servizio civile. All’appuntamento hanno partecipato anche i giovani che avevano da poco terminato il loro anno da civilisti. Al passaggio del testimone tra vecchie e nuove leve, erano inoltre presenti il vicario generale monsignor Giovacchino Dallara, la direttrice della Caritas suor Rosalba Sacchi e il vicedirettore Alessandro Buti.Il colloquio tra il presule e i giovani è avvenuto in maniera informale, grazie all’abilità di Fontana di instaurare un rapporto diretto con i ragazzi, parlando in primis delle sue esperienze. Sicuramente i più emozionati erano i sette nuovi operatori, ai loro primi passi nel mondo Caritas, ma comunque pronti ad intraprendere questa nuova sfida: un anno di vita dedicato agli altri. Durante il faccia a faccia, i ragazzi che hanno concluso il loro percorso hanno ripercorso davanti all’arcivescovo il cammino compiuto in dodici mesi fra le file Caritas che ha permesso loro di vedere la realtà in cui viviamo da più angolaturee di sperimentare l’importanza dell’aiuto e dell’accoglienza. Fontana ha poi sottolineato quanto sia fondamentale «sporcarsi le mani» perché solo operando attivamente ed entrando in contatto con coloro che hanno bisogno, si comprende la difficoltà intrinseca a questi contesti.I nuovi civilisti, inseriti all’interno del progetto «Insieme per l’integrazione 3» con i ragazzi della diocesi di Fiesole, svolgeranno il loro servizio alla mensa Caritas della parrocchia del Sacro Cuore in piazza Giotto, nel centro di accoglienza e di ascolto, nel centro Caritas di Cortona e all’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. Al termine dell’incontro l’arcivescovo ha consegnato l’attestato del servizio civile ai ragazzi giunti al termine di questo percorso, augurandosi che non abbandonino il mondo Caritas.A distanza di pochi giorni Fontana ha incontrato nuovamente gli operatori che sono entrati in servizio, a dimostrazione del forte interesse che nutre verso di loro e dell’intenzione di stabilirvi un rapporto di collaborazione. Questa volta l’appuntamento ha avuto luogo nella struttura di San Zeno «Il rintocco», alla periferia di Arezzo, gestita insieme ai disabili del centro di riabilitazione di Agazzi. L’arcivescovo ha cenato insieme ai nuovi civilisti.Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha sottolineato che «l’esercizio della carità è compito di ciascuno e dell’intera comunità ecclesiale, che è chiamata ogni giorno a venire in soccorso alle sofferenze e ai bisogni,anche materiali, degli uomini del nostro tempo». Poi Fontana ha tenuto a ribadire che «la Caritas non è un’associazione ma è presieduta dal vescovo in ogni Chiesa particolare perché ha come compito di coordinare tutte le attività caritative fatte nel nome della Chiesa». La cena si è conclusa con l’augurio di un buon servizio a tutti i giovani, ai quali è stato chiesto di instaurare un legame continuo con l’arcivescovo, particolarmente legato al mondo Caritas, anche in qualità di vice-presidente nazionale di Caritas italiana.di Riccardo Ciccarelli