Toscana
Caritas e Migrantes: approcci diversi obiettivi comuni
Fontana nel suo intervento ha posto l’attenzione su alcuni aspetti che riguardano l’immigrazione che da un lato non può più essere considerata un emergenza e dall’altro ci pone di fronte a un interrogativo: le istituzioni chiedono spesso interventi alle Diocesi, tramite le Caritas rispettive, in ordine ai servizi. Quali risposte dare perché non risultino «deleghe» da parte delle istituzioni?
Diversi interventi hanno sottolineato come la Regione Toscana, rispondendo all’emergenza determinatasi nel Mediterraneo, abbia saputo coniugare le esigenze di accoglienza e di solidarietà con la sostenibilità attraverso l’inserimento di piccoli gruppi all’interno delle comunità toscane e come sia stato centrale il ruolo del volontariato, nella fase sia di individuazione delle sedi e che delle modalità organizzative. La Caritas ha potuto sperimentare, come d’altro canto avvenuto in altre circostanze, la collaborazione con altre organizzazioni: enti locali, misericordie , pubbliche assistenze, testimoniando con la propria specificità uno stile basato sulla capacità di tessere relazioni, coinvolgere i migranti e la comunità locale non come semplici utenti di un servizio o spettatori ma partecipi di un percorso di integrazione.
L’importante incontro si è chiuso con l’impegno di presentare a breve un documento redatto dalle due organizzazioni, alla Conferenza episcopale toscana sui temi dell’immigrazione definendo una serie di modalità che favoriscano un coinvolgimento delle parrocchie e delle comunità locali nell’accoglienza dei cittadini immigrati.