Ci sintonizziamo con il sentire di tante organizzazioni, ecclesiali e non, preoccupate che nessuna persona sia esclusa dal diritto alla cura e alla salute: lo ha affermato oggi mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, concludendo i lavori del Coordinamento immigrazione di Caritas italiana, che ha riunito a Lampedusa una settantina di partecipanti da 16 regioni ecclesiastiche. Mons. Nozza ha fatto presente la necessità di non negare e creare disagio a chi ha diritto alla salute, riferendosi alla possibilità per i medici di segnalare gli immigrati irregolari, di cui si dibatterà alla Camera dei deputati la settimana prossima, nell’ambito del cosiddetto pacchetto sicurezza. Mons. Nozza ha garantito l’impegno della Caritas italiana a fianco della comunità parrocchiale di Lampedusa e dell’arcidiocesi di Agrigento, rafforzando la nostra presenza nei confronti di chi vive diversi disagi. Ha poi invitato le Chiese di Sicilia a considerare il fenomeno immigrazione in Sicilia come un laboratorio-provocazione utile all’Italia e all’Europa. Don Giacomo Martino, direttore dell’apostolato del mare e aereo della Fondazione Migrantes, ha invece raccontato dei tanti pescatori lampedusani che rischiano il fermo della barca per giorni, rinunciando alla loro unica fonte di reddito, quando trovano dei corpi di immigrati annegati. Eppure questa segnalazione viene sempre fatta.Sir