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CARIFIRENZE: OK ENTE A AGGREGAZIONE CON INTESA-SANPAOLO

L’aggregazione di Banca Cr Firenze con Intesa-SanPaolo era nell’aria e il via libera all’operazione, ancora da perfezionare, dato oggi dal Comitato di indirizzo dell’Ente Crf, che controlla quasi il 42% della Carifirenze, non ha sorpreso nessuno. Quattro giorni fa l’ istituto lombardo-piemontese aveva annunciato un’offerta “non vincolante” e la disponibilità a lavorare insieme, arrivata ieri in tarda serata dai vertici di Bnp Paribas, è apparsa un po’ tardiva. Sul tavolo del Comitato, incaricato la settimana scorsa dall’assemblea dei soci di valutare tutte le opportunità di crescita per Carifirenze, c’erano quindi sia l’offerta di Intesa-SanPaolo, sia la possibilità di chiedere a Parigi un approfondimento. In poco più di quattr’ore i membri del Comitato hanno scelto, spinti soprattutto da alcune particolarità dell’offerta firmata dall’ad Corrado Passera: piace, soprattutto, la certezza che il nome Crf, storico riferimento per i fiorentini e i toscani, non scomparirà, ed anzi proprio Firenze dovrebbe guidare una supercassa formata da altre 12 banche Casse di risparmio dell’Italia centrale controllate da Intesa.

Dagli attuali 550 sportelli passerebbe così a circa 900 mentre i dipendenti da 6.000 salirebbero a quasi 8.000. Nelle settimane scorse erano circolati anche alcuni numeri sull’offerta di Intesa-SanPaolo: 5,13 miliardi di euro, circa 6,2 euro ad azione. Erano stati i piemontesi a portare in dote alla ‘superbanca’ una quota di Crf, il 18,6% del capitale, al quale poteva anche aggiungersi un altro 10,72% sul quale è in corso un arbitrato proprio con l’Ente fiorentino guidato da Edoardo Speranza, arbitrato che ora non ha più motivo di andare avanti.

Pochi giorni fa fonti vicine all’Ente avevano messo in evidenza come Intesa-SanPaolo, che oggi ha preferito non commentare la notizia arrivata da Firenze, sia sempre stata molto più ‘federalista’ dei francesi, abituati a ‘inglobare’ quasi tutto ciò che avvicinano. Un esempio, che ha toccato direttamente i fiorentini, è arrivato circa un mese fa quando Bnp Paribas, che con Carifirenze controllava al 50% Findomestic, ha deciso di esercitare un’opzione call sull’1% per prendere il controllo della società di credito al consumo. Operazione che alla fine non ha facilitato i rapporti e la Crf che ha già annunciato di non ritenere valida l’opzione call, ma anche che, se il diritto dovesse essere riconosciuto, è pronta a vendere il proprio 50%, quota sulla quale proprio l’Ente Crf ha il diritto di prelazione.

Negative le prime reazioni dei sindacati di Carifirenze, che hanno parlato di “pessima notizia” a proposito dell’aggregazione annunciando ‘battaglia’. (ANSA).