Prato

«Cari studenti, il vero ribelle è quello che studia con passione». Gli auguri del vescovo Agostinelli per il primo giorno di scuola

Cari studenti e care studentesse, il mio pensiero, in questi giorni, è per voi. Si avvicina l’inizio di un nuovo anno scolastico e vi immagino in preparativi, combattuti tra la felicità di rivedere gli amici e la preoccupazione per i futuri carichi di lavoro. Per alcuni, c’è la gioia di tornare in un ambiente noto, di ritrovare volti conosciuti e riabbracciare i compagni di sempre. Altri, invece, si apprestano a vivere, con qualche timore, nuove esperienze: inizieranno il loro cammino scolastico o entreranno in un nuovo istituto.

Ogni nuovo capitolo, soprattutto se ha contorni in un certo senso prevedibili, può apparire un po’ noioso e faticoso, ma, ve lo assicuro, le esperienze che contano, le conquiste più preziose, le scoperte più innovative richiedono impegno, dedizione e costanza.Lo so, mi chiederete «A cosa serve studiare se troviamo tante risposte grazie alla tecnologia?». Per crescere, maturare, affrontare le complesse realtà future, ma soprattutto per sviluppare un autonomo senso critico, per diventare persone consapevoli e responsabili, è necessario conoscere e capire la storia, il pensiero, le scoperte, le conquiste dell’umanità. È necessario ragionarci sopra. È indispensabile sviluppare i propri talenti, acquisendo competenze sempre maggiori per essere all’altezza delle tante sfide che vi troverete ad affrontare. Pensate che, secondo la scrittrice Paola Mastracola, mentre un tempo il contestatore disprezzava la scuola, oggi, il vero ribelle è colui che studia, con passione e con responsabilità.Allora, eccomi qui ad augurarvi un sereno e proficuo anno scolastico: affrontate le difficoltà con coraggio; le sfide con curiosità; la fatica con determinazione; e vedrete che ne ricaverete grandi soddisfazioni. Ricordate, poi, che non siete soli in questo percorso. Accanto a voi avete la vostra famiglia ed anche i vostri insegnanti: le colonne portanti della vostra esperienza scolastica, adulti che vi sosterranno con affetto e professionalità.Agli insegnanti, chiedo che, oltre alla necessaria e dovuta competenza, mostrino sensibilità ed abbiano a cuore i loro studenti. Devono infatti essere stimati come uomini e donne, non solo come professionisti.

Ai genitori, consapevoli che scuola non è un luogo dove «parcheggiare» i propri figli, chiedo di diventare protagonisti del loro cammino, suscitando idee ed offrendo opportunità, affinché i nostri giovani crescano in un ambiente ricco di stimoli e di affetto.

A tutta la comunità, va infine il mio invito a collaborare, senza delegare ad altri le proprie responsabilità; perché non si dica «Ci pensi la scuola» o «Ci pensi la famiglia».Quello dell’educazione deve essere un impegno condiviso.

Vi saluto e mi auguro di avere occasione, nel corso dell’anno, di incontrarci per condividere le stesse speranze e gli stessi progetti.

Franco AgostinelliVescovo di Prato