Cultura & Società

“Cari angeli, aiutateci a toccare i cuori…” La lettera aperta di Davide Rondoni all’angelo custode

Caro angelo custode,

è inutile che quando mi volto di colpo per beccarti ti nascondi. Forse sparisci velocemente dietro un albero, un mobile, sotto un sedile in treno o dove diavolo (ops scusa) o dove cavolo riesci a mimetizzarti. A volte mi pare di vederti in uno che passa vestito da ferroviere o che so da imbianchino, a volte addirittura da ragazza elegante in tailleur. Se li fisso quelli sorridono, appena appena per non farsi vedere, ma sì secondo me sei tu.

Una volta mi son voltato di colpo per sorprenderti e zac! mi ritrovo lì una capra, una simpatica capretta tutta seria che masticava un filo d’erba con quelle sue labbra pelose, la fronte magra, le piccole corna. L’ho fissata bene. Anche lei mi ha fissato, come quando da bambini (o tra morosi) si fa il gioco di chi ride prima. Lei serissima ciancicava il suo filo d’erba coi dentoni quadrati, io il mio sigaro. Poi – giuro su Dio! (ops scusa) giuro sulla testa del mio sindaco- l’ho vista sorridere. Eri tu! Anche nella capra, oltre che nella ragazza dello studio di avvocato e nel ferroviere. Ma insomma, ti diverti a non farti vedere e lo capisco. Che angelo custode saresti, sennò. Penso che se ti vedessi qui dietro a me, sì, se insomma fossi disponibile, visibile etc, mi distrarrei a far delle chiacchiere con te, ti porterei sul mio scooter sul sellino posteriore, e di certo parlando con te, e pure discutendo perché un po’ di cosucce del Cielo mi fanno pensare, finirei per distrarmi e mi caccerei in un sacco di guai. Materiali, stradali, e pure spirituali. Insomma, invece di proteggermi finiresti per esser causa di un sacco di pericoli, per cui capisco la tua strategia. Nasconderti per lasciarmi più libero e proteggermi. In ogni caso, volevo dire che è inutile che ti nasconda o quasi…So benissimo che ci sei, e quindi vedi un po’ di reggere e proteggere e governare me. Mia madre, gran donna, mi raccomandava sempre a te.

E un papa che porta il nome di mio figlio, Clemente, già dal 1670 ha deciso che il 2 ottobre si festeggia la vostra festa. E mica si festeggia uno che non c’è. Santi, monaci, teologi si sono impegnati da secoli e secoli negli studi di «angeologia». E Gesù stesso nel vangelo di Matteo, parlando dei bambini, raccomanda di «non disprezzare uno solo di questi piccoli perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre il volto del Padre mio che è nei cieli».

Ecco perché siete dei bei tipi, e bisogna tenervi buoni, e rispettare anche i più piccoli: vedete sempre Dio. E com’è uno che vede sempre Dio? Splende, certo. Ma è anche un po’ matto ? Un po’ bizzarro? Di certo, caro angelo mio, per inventarti come proteggermi in questa ormai lunga vita, devi aver delle risorse di fantasia portentose. Faccio viaggi assurdi, frequento posti non raccomandabili, mi espongo a rischi interiori e esteriori continui. Ma tu hai sempre protetto, e fatto in modo che nessun nero mi inghiottisse del tutto, che nessuna disperazione inaridisse col suo gelo il mio animo. Come fai non so. Ma han fatto bene santi, monaci, teologi, papi, mamme, nonne a ricordarci che siamo al mondo perché qualcuno ci vuole bene. «Indubbiamente, diceva il poeta Pasolini nel 1973, un bambino che nasce oggi si sente meno benedetto». Nel ’73! Quindi quei bambini – che si sentivano meno «benedetti» perché già allora prevaleva l’idea che si viene al mondo così, come brustoline spuntate senza senso nell’universo – sono intanto diventati padri e madri di bambini che si sentiranno ancor meno benedetti, meno voluti. Forse per questo motivo vedo in giro un sacco di gente tristona e irosa. Scontenta, ecco. Penso che sia perché pensano di non aver l’angelo custode, nessun angelo custode. Tale motivo li grava ben di più che gli attuali problemi di odiose guerre, di crisi economiche che come sempre purtroppo accompagnano la storia.

Vedi, occorre forse una sollevazione degli angeli custodi! Insomma, un movimento che gridi, e faccia vedere con gesti e amicizia, a quei padri, a quelle mamme, a quei bambini, che non sono spuntati nel mondo a caso. Si sentono cosi soli! Dammi una mano anche in questo, angelo mio. Certo, tu e i tuoi colleghi non vi potete far vedere, anche se quella capretta…vabbeh, voi sarete la parte invisibile dell’insurrezione, le truppe scelte mimetizzate, per così dire. Noi, che agli angeli non somigliamo nemmeno lontanamente, possiamo però fare una parte nell’insurrezione. La vostra luce toccherà i cuori, noi, invece più poveramente, più semplicemente, possiamo visitare un ammalato, portare un sostegno a un povero, chiedere «ehi come va?» in modo non formale a un collega o a un amico. E pure fare cose collettive, impegnarsi con chi aiuta un sacco di persone, con chi le fa riflettere in modo non scettico, non disperato. Lottare contro chi, non credendo più agli angeli custodi, ha smesso anche di credere ai bambini. Contro la sterilità del mondo. Insomma, voi farete la parte più importante dell’insurrezione. Ma ogni ora è preziosa per reggere, sostenere la speranza degli uomini.