Italia

CARD. RUINI: PER LE ELEZIONI LA CHIESA NON SI SCHIERA MA RICORDA LA SUA DOTTRINA SOCIALE

In vista delle elezioni i vescovi italiani non sono coinvolti in “alcuna scelta di partito o di schieramento politico”, ma richiamano “all’attenzione di tutti, e in particolare dei credenti, i principi della dottrina sociale della Chiesa sulla persona e sul rispetto della vita umana, sulla famiglia, sulla libertà scolastica, la solidarietà, la promozione della giustizia e della pace”. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo oggi il Consiglio permanente dei vescovi italiani (in corso a Roma fino al 10 marzo) ha fatto notare che “la situazione dell’Italia in quest’ultimo periodo non ha registrato grandi novità” e che “l’approssimarsi delle votazioni per il rinnovo dei Consigli regionali non può certo facilitare l’attenuarsi delle polemiche e l’individuazione di terreni di convergenza”.

A proposito delle elezioni del 3 aprile, Ruini ha affermato: “Continueremo a seguire la linea già consolidata da vari anni ed espressa sinteticamente dal Santo Padre nel discorso del 23 novembre 1995 al Convegno ecclesiale di Palermo”, centrato sulla necessità di richiamare credenti e non ai principi basilari della dottrina sociale della Chiesa: un'”attenzione”, questa, secondo i vescovi italiani “particolarmente necessaria” anche in vista della prossima tornata elettorale, considerata “la potestà legislativa di cui godono i Consigli regionali su materie anche molto importanti”.

Per quanto riguarda l’ordine pubblico, secondo il presidente della Cei “gli ordigni fatti esplodere pochi giorni fa vicino a stazioni dei carabinieri a Milano e a Genova confermano la necessità di mantenere alta la vigilanza anche dopo lo smantellamento delle cosiddette nuove Brigate rosse, e di offrire il sostegno più leale e concorde all’opera meritoria delle forze dell’ordine”. “Quanto mai importante”, in questa prospettiva, è per la Chiesa italiana “la stretta collaborazione tra tutte le autorità preposte alla difesa del Paese dal terrorismo, internazionale o interno, dalla criminalità organizzata e anche da altre forme di delinquenza che turbano e sconcertano la popolazione, perché contraddicono il comune senso morale in maniera stridente”. Sir

Prolusione al Consiglio permanente del 7 marzo 2005