Vita Chiesa

CARD. RUINI: NASSIRIYA DURISSIMA PROVA PER L’ITALIA, PIÙ IMPEGNO PER LOTTA A TERRORISMO E PACE

Una “durissima prova” che chiede all’Italia di far appello a “quella forza interiore che proviene dall’unità di un popolo”, fatta non di una “impossibile e non auspicabile uniformità delle opinioni”, ma di “un sincero sforzo comune per mettere al primo posto il bene dell’Italia e della stessa comunità internazionale”. A parlare in questi termini dell’attentato terroristico di Nassiriya è stato il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo questo pomeriggio ad Assisi la 52ª Assemblea generale dei vescovi italiani ha subito definito l’assise episcopale in corso nella città di S. Francesco “diversa dalle altre, contrassegnata dal dolore e dalla preghiera, dopo la tragica morte di tanti nostri carabinieri, soldati e civili” il 12 novembre scorso in Iraq.

“Questa assemblea generale – ha aggiunto nell’ultima parte della prolusione, dedicata per due terzi alla parrocchia (tema generale dell’incontro dei vescovi) – ha luogo nel momento in cui la nostra comunità nazionale vive un dolore e una prova che hanno pochi riscontri, dopo i tragici anni della seconda guerra mondiale e quelli tormentati dell’immediato dopoguerrra”. La strage di Nassiriya per la Cei richiede “anzitutto l’impegno perseverante nella preghiera, per i caduti, i feriti, e le loro famiglie – dalle quali sono venute alte testimonianze di fede e di amore cristiano – ma anche per l’Italia e per la costruzione della pace, in Iraq e nel mondo”. “A cinque giorni di distanza da questa orribile strage”, ha aggiunto il cardinale, le “difficoltà” sono grandi “sia per quanto riguarda le possibilità di pacificazione in Iraq e l’assicurazione dei diritti fondamentali di quelle popolazioni, sia in rapporto al ruolo dell’Italia”.

“Fin dalle sue prime avvisaglie – ha ricordato ancora il card. Ruini – il conflitto in Iraq è stato, anche all’interno del nostro paese, motivo di forti perplessità e contrapposizioni”, e “la decisione del Parlamento di inviare un nostro contingente per partecipare all’opera di pacificazione e ricostruzione è stata assai contestata, anche se l’approvazione unanime di una risoluzione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha poi attenuato e ridimensionato i dissensi”. Per affrontare questa “durissima prova”, è dunque il giudizio dei vescovi, l’Italia ha bisogno dell'”unità” nazionale di cui si sono sentite, in questi giorni, “chiare e confortanti espressioni, sia da parte di rappresentanti politici e istituzionali sia nel contatto diretto con la popolazione”.

Dopo Nassiriya, per Ruini, l’Italia non può “rinunciare all’impegno fermo e vigoroso nella lotta al terrorismo, facendo fronte fino in fondo agli obblighi che derivano dalla solidarietà internazionale e ancora prima dalla nostra storia”. Nello stesso tempo, “con non minore coerenza e determinazione”, occorre “operare per costruire o ristabilire nel mondo, e oggi in particolare nei rapporti con i popoli islamici, condizioni di pace, di rispetto reciproco e anche di sincera collaborazione”, rispondendo così agli “interessi veri e durevoli del nostro Paese e dell’intero Occidente”, ma anche all'”anima stessa della nostra civiltà”. Sottolineando che non è “responsabilità” dei vescovi, ma dei “legittimi rappresentanti della nazione”, “individuare i passi da compiere” per raggiungere tali obiettivi, Ruini ha condannato anche l'”abominevole strage” di Istanbul: “Simili atti di odio e di antisemitismo – ha detto auspicando una “mobilitazione concorde” contro il terrorismo – si condannano da sole e sono una gravissima profanazione del nome stesso di Dio”. Sir

Prolusione card. Ruini