Italia

CARD. RUINI: IN POLITICA I VESCOVI NON SI SCHIERANO; RIPROPORRE AGLI ELETTORI LA DOTTRINA SOCIALE

La Chiesa italiana non si schiera in politica, ma non per questo intende venir meno al “dovere” di “riproporre” agli elettori e ai “futuri eletti” quelli che sono i “contenuti irrinunciabili” della dottrina sociale della Chiesa, “fondati sul primato e sulla centralità della persona umana”. A ribadirlo è stato il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo oggi il Consiglio permanente dei vescovi italiani ha confermato, in vista del prossimo appuntamento elettorale, la “linea di non coinvolgerci, come Chiesa e quindi come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito”. Una linea, ha precisato il porporato, che ”non è frutto di indifferenza o di disimpegno, ma di rispetto della legittima autonomia della politica e ancor prima della genuina natura e missione della Chiesa”.

Nell’attuale situazione italiana, caratterizzata da un tasso crescente di “conflittualità” e da “un clima politico sempre più condizionato dall’approssimarsi delle elezioni”, per la Cei tale “atteggiamento” intende inoltre “contribuire a quel rasserenamento del clima e a quella concordia sui valori e gli interessi fondamentali della nazione di cui si avverte acutamente il bisogno”. La linea del non coinvolgimento, ha precisato tuttavia Ruini, non comporta il silenzio dei vescovi riguardo ad “ogni ambito essenziale dell’esistenza umana”: “E’ nostro dovere riproporre, con rispetto e chiarezza – ha detto infatti il cardinale – agli elettori e ai futuri eletti quei contenuti irrinunciabili, fondati sul primato e sulla centralità della persona umana, da articolare nel concreto dei rapporti sociali, e sul perseguimento del bene comune prima che di pur legittimi interessi particolari, che appartengono al patrimonio della dottrina sociale della Chiesa” ma che, come ha detto il Papa, non sono “norme peculiari della morale cattolica”, bensì “verità elementari che riguardano la nostra comune umanità”.

Il cardinale ha espresso un auspicio che, in ambito finanziario, “trovino un freno e un limite” i “comportamenti censurabili”, affinché il confronto politico, in clima pre-elettorale, recuperi “serenità” e si concentri “più che sulle polemiche reciproche, sui problemi” del Paese. Ruini ha citato, tra l’altro, “le normative che riguardano le attività imprenditoriali e finanziarie” e soprattutto “le questioni del controllo di alcuni istituti di credito”.

“In questo contesto – ha detto Ruini – hanno avuto luogo le dimissioni del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e l’approvazione della nuova legge sul risparmio. Pochi giorni dopo a tale incarico è stato chiamato Mario Draghi”. Rimangono, invece, ancora “aperte le vicende giudiziarie di alcuni esponenti del mondo bancario e di quello cooperativo, sulle quali si è innestato un aspro dibattito politico”: di qui l’auspicio che, “in questo come in altri campi, i comportamenti censurabili, o comunque gravemente discutibili, trovino un freno e un limite nella coscienza delle persone prima ancora che nelle norme giuridiche e amministrative, e che il confronto politico ricuperi, anche nel periodo elettorale, l’indispensabile serenità, concentrandosi, più che sulle polemiche reciproche, sui problemi che il Paese ha davanti a sé”.

Tra i problemi del Paese, per la Cei una priorità è costituita dall’esigenza di “migliorare ed accelerare il funzionamento complessivo dell’amministrazione della giustizia” e di risolvere il “problema strutturale” che “riguarda le condizioni dei detenuti e il sovraffollamento delle carceri”, dopo che “è nuovamente fallito il tentativo di alleggerirlo, certo in maniera provvisoria, attraverso qualche misura di abbreviazione dei tempi di detenzione”. Altro compito “prioritario”, per i vescovi, lo “sviluppo del mezzogiorno”, favorendo l’occupazione e contrastando la criminalità organizzata.

Prolusione del card. Ruini al Consiglio permanente Cei (23 gennaio 2006)