Vita Chiesa

CARD. RUINI: EUROPA, SÌ A RADICI CRISTIANE, NO AI MATRIMONI TRA GAY

Il semestre di presidenza italiana costituisce “una fase assai importante” dello sviluppo dell’Unione europea, soprattutto per l’approvazione del Trattato costituzionale, durante la Conferenza intergovernativa in programma a Roma dal 4 ottobre. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo oggi il Consiglio permanente dei vescovi italiani (in svolgimento a Roma fino al 25 settembre), si è associato (a nome anche dei suoi confratelli) alla richiesta del Papa affinché nella nuova Costituzione “siano esplicitamente riconosciuti il radicamento profondo dell’Europa nel cristianesimo e il ruolo delle Chiese cristiane”. Oggi, per Ruini, “sono in gioco le capacità dell’Europa di esprimersi in maniera unitaria sulla scena mondiale”, attraverso un “nuovo dinamismo” che richiede “politiche coerenti e convergenti degli Stati membri”. Politica estera, difesa, politica economica: queste, secondo il presidente della Cei, le “materie” in cui l’Ue “trova grandi difficoltà ad agire a livello comunitario”, mentre al contrario il Parlamento europeo interviene in ambiti in cui rischia di “diminuire l’autonomia e le competenze delle singole nazioni”. Un esempio per tutti: la raccomandazione del 4 settembre scorso, che equipara le unioni omosessuali al matrimonio. A proposito della pretesa “discriminazione” di cui sarebbero vittime le persone omosessuali, il presidente della Cei cita le recenti “Considerazioni” della Dottrina della fede in materia, in cui si ribadisce che è la “giustizia stessa che vieta di porre sullo stesso piano del matrimonio forme di unione che non possono in alcun modo raggiungere le sue finalità, essenziali per il bene delle persone e delle società”. Nella prolusione il card. Ruini ha parlato anche della situazione in Iraq, “dove il processo di pacificazione deve fare i conti con il moltiplicarsi degli attacchi armati in alcune zone del Paese e con grandi difficoltà a ripristinare accettabili condizioni di vita per la popolazione”. Secondo la Cei, “l’obiettivo di realizzare un assetto democratico, nel quale l’Iraq possa riacquistare in maniera libera e pacifica la propria sovranità richiede sempre più chiaramente il sostegno di tutta la comunità internazionale, in una logica assai diversa da quella che è sfociata nella guerra”. Anche in Terra Santa, “soltanto l’impegno davvero concorde, coordinato e determinato dalle maggiori potenze e istanze internazionali può rendere capaci israeliani e palestinesi di uscire dal tragico stallo in cui sono bloccati”, dopo che nei mesi scorsi – ha sottolineato Ruini riferendosi indirettamente alla “road map” – “aveva preso forza un nuovo e serio tentativo di riaprire il processo di pace”. Un “tentativo” ora “frustrato da orribili azioni terroristiche” e che “rischia di essere ulteriormente ostacolato dalla minacciata espulsione del presidente palestinese Arafat”. A due anni dall’11 settembre, infine, la “sequenza impressionante di attentati e di massacri” dimostra che “non bastano le misure di sicurezza e di contrasto armato” per “sconfiggere” la “gravissima sfida” del terrorismo.Sir

Prolusione card. Ruini (22 settembre 2003)