Vita Chiesa

CARD. RUINI: CREARE LE CONDIZIONI POLITICHE PER INCREMENTARE I PELLEGRINAGGI A GERUSALEMME

Un appello affinché “si creino le condizioni politiche” per “far crescere” i pellegrinaggi verso Gerusalemme. A lanciarlo è stato oggi il card. Camillo Ruini, presidente della Cei e vicario del Papa per la diocesi di Roma, aprendo il Convegno nazionale dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Riferendosi a Gerusalemme, meta tradizionale (insieme a Roma e a Santiago de Compostela) dei “cammini” dei pellegrini medievali, Ruini ha auspicato “che l’afflusso dei pellegrini possa crescere anche oggi, e soprattutto che si creino le condizioni politiche perchè tale afflusso possa crescere”. Soffermandosi poi sull’attualità dell’esperienza del pellegrinaggio, il cardinale lo ha definito “un’occasione per conoscere e sperimentare la vita, la storia, la natura e i valori dei popoli europei che, pur essendo molto diversi tra loro, hanno la comune caratteristica di essere stati segnati dal cristianesimo”.

Quando la “distinzione” tra cultura e religione “diventa una separazione totale, se non addirittura ostile, si rischia di provocare un danno all’uomo stesso nella sua natura come essere personale e sociale”. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, aprendo oggi il Convegno nazionale dell’Opera Romana Pellegrinaggi, sul tema “Cammini d’Europa”. “Percorrere” ancora oggi cammini come il Cammino di Santiago, le Vie Francigene, le Vie dei Romei, per il cardinale, “evidenzia quanto siano profonde le radici cristiane dell’Europa. Lungo la storia dell’umanità fino ai nostri tempi, si è sempre manifestato il carattere dialettico del rapporto tra religione e cultura. Sebbene cultura e religione non si identifichino l’una con l’altra, entrambe si sono sempre intersecate e la religione ha sempre rappresentato per le diverse culture il centro e l’anima profonda”.

Per riaffermare l’identità cristiana, cuore dell’Europa, “senza cedere al relativismo culturale dove le grandi questioni sociali vengono lasciate al mero consenso pubblico”, secondo Ruini occorre aprirsi all’“interculturalità”, che “implica sia un atteggiamento positivo verso le altre culture, e verso le religioni che ne costituiscono l’anima, sia quell’opera di purificazione e quel ‘taglio’ coraggioso” che, come afferma Benedetto XVI, “sono indispensabili per ogni cultura, se vuole davvero incontrare Cristo, e che diventano per essa maturazione e risanamento”. Sir