Vita Chiesa

CARD. RUINI: «CONTINUARE LA PROFEZIA DEL CONCILIO, PRETI PIÙ MISSIONARI, FORTI E MOTIVATI»

“La Chiesa è chiamata a continuare oggi, e sempre di nuovo, quella grande opera di discernimento e di orientamento profetico che il Vaticano II, sotto la guida dello Spirito Santo, ha saputo compiere tanto fruttuosamente”. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, aprendo oggi ad Assisi l’Assemblea dei vescovi, che ha dedicato circa un terzo della prolusione ad un’analisi delle “linee portanti” dei documenti conciliari, a 40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II. Per celebrare questo importante anniversario, i vescovi italiani – proprio da Assisi – rivolgeranno un messaggio alla comunità ecclesiale e “agli uomini di buona volontà”.In Italia, per la Cei, “il rinnovamento conciliare ha inciso in maniera profonda sul volto e sulla realtà delle nostre chiese, ed anche sui modi e sulle forme della presenza cristiana nella vita del Paese, senza arrestare certo i processi di secolarizzazione e purtroppo di scristianizzazione aiutando però a comprendere le radici di questi fenomeni e soprattutto stimolando una risposta pastorale e culturale non ripiegata sulla sola difesa della nostra grande eredità cristiana, bensì rivolta a far nuovamente fruttificare questa eredità, in chiave di missione e di evangelizzazione”. Anche se in Italia “come ovunque “nel mondo” la recezione del Concilio “non può dirsi già compiuta”, in questi quarant’anni per Ruini “è stata sempre più confermata la diagnosi conciliare che vede nel cambiamento, o meglio nell’accelerazione dei mutamenti, la caratteristica saliente dell’attuale periodo storico”.

Dal ‘68 alla rivoluzione informatica, dalla globalizzazione all’emigrazione, dal sottosviluppo e dalla fame alla “crescita rapida e tumultuosa di grandi nazioni di antica civiltà che si pongono ormai come nuove protagoniste sulla scena mondiale”. Fino al “salto di qualità del terrorismo internazionale”, che a partire dall’11 settembre 2001 “costituisce una deriva tragica rispetto al legittimo risveglio identitario dei popoli islamici”: questi alcuni “cambiamenti” che per i vescovi italiani hanno portato all’attuale assetto mondiale. Altro fattore destinato ad incidere sulla cultura dominante è secondo la Chiesa italiana “la nuova frontiera delle biotecnologie, che sono solo ai loro inizi – ha ammonito il cardinale – ma già comportano straordinarie possibilità e interrogativi altrettanto profondi”.

Per far fronte a cambiamenti di tale portata, ha fatto presente Ruini citando uno dei due temi portanti dell’assise episcopale (oltre alla pastorale sanitaria), servono preti capaci di “assumere una più marcata caratterizzazione missionaria”, tramite “una identità spirituale e ministeriale ben chiara e profondamente radicata in Cristo, lieta e convinta della propria appartenenza ecclesiale, e al contempo aperta ed ‘estroversa’, capace cioè di capire le persone e i contesti sociali e culturali in cui si è chiamati ad operare, di testimoniare con la vita e di proporre amabilmente e coraggiosamente la fede e la sequela di Cristo, in maniera diretta e personale ed in ogni opportuna circostanza”.

Nei seminari, dunque, “occorre aiutare i candidati al sacerdozio a fare sintesi della loro fede personale ed ecclesiale, a livello non solo intellettuale ma anche vitale e in rapporto alla società e alla cultura” e formare sacerdoti “forti e motivati, idonei a diventare per le comunità guide e punti di riferimenti”, senza “appiattimento” o “fughe nell’intimismo o nell’estetismo”. Sir

Il testo integrale della Prolusione card. Ruini alla 55ª Assemblea Cei (14 novembre 2005)

Messaggio di Benedetto XVI ai vescovi italiani (14 novembre 2005)