Vita Chiesa
Card. Ravasi: Santa Sede a Biennale Venezia per «ritessere dialogo arte fede»
«In Principio… la Parola si fece carne» è il tema scelto dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e commissario del padiglione vaticano alla prestigiosa rassegna internazionale, giunta alla 56a edizione. «Dopo l’esperienza del 2013 – ha spiegato questa mattina il porporato in sala stampa – prosegue la volontà di ritessere il dialogo tra arte e fede, un rapporto che in pratica vive dagli inizi stessi dell’espressione artistica perché l’arte ha avuto nel cristianesimo uno degli interlocutori più rilevanti», anche se «il dialogo tra queste due sorelle è stato un po’ frantumato nel secolo scorso». I tre artisti prescelti: la colombiana Monika Bravo, la macedone Elpida Hadzi-Vasileva e il mozambicano Mario Macilau «rappresentano continenti diversi», ha osservato sottolineando che «arte e fede hanno inscritto nel loro imprinting il desiderio di andare oltre l’oltre, oltre il trascendente». Per il card. Ravasi, l’impegno del Pontificio Consiglio «è un atto anche religioso, non solo di promozione artistica».
Per quanto riguarda il tema del padiglione vaticano alla Biennale 2015, il card. Ravasi ha spiegato che dopo la scelta, per la precedente edizione, dei primi undici capitoli della Genesi, «il principio assoluto dell’essere e dell’esistere», questa volta si è optato per «il Nuovo testamento», sviluppando il tema del «principio», per celebrare il «tentativo dell’artista di squarciare il contingente, il fenomenico per andare verso l’assoluto, l’infinito». «Il verbo si fece carne, termine che nel linguaggio giovanneo significa fragilità, caducità, mortalità»; per questo, al fine di «rendere in termini visivi l’incarnazione», il cardinale ha scelto la parabola del buon samaritano, «di straordinaria potenza narrativa, l’incontro con il male, con la violenza della storia».
Ad avviso di Ravasi, l’impegno «culturale» della Santa Sede «non è da principi rinascimentali, ma è dei tempi nostri, anche del pontificato di papa Francesco, perché la bellezza deve essere data ai poveri. Il povero non ha diritto solo al pane, ma anche alla bellezza». Quanto ai costi del padiglione, Ravasi ha annunciato che saranno resi noti con precisione tra qualche giorno: si aggirano comunque intorno ai 400mila euro, interamente coperti dagli sponsor. Più in generale, il porporato ha in animo di occuparsi anche di arte liturgica, «funzionale al culto e con una sua grammatica. Tenteremo di arrivare anche a questo», un «tema in agenda anche dal punto di vista pastorale».