L’esemplare fedeltà e l’ammirevole coraggio, dimostrati dai cattolici in Cina verso la sede di Pietro, sono un dono prezioso del Signore. E’ quanto scrive il card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in una lettera indirizzata ai vescovi e ai sacerdoti della Cina continentale, diffusa oggi dall’agenzia Fides. Uomo di Dio e uomo per gli altri: così il cardinale definisce il sacerdote, che deve distinguersi come uomo di preghiera e di vita austera, profondamente innamorato di Gesù Cristo. Per il porporato, inoltre, il prete deve essere anche un uomo per gli altri, cioè, interamente dedito ai fedeli giovani e adulti, affidati alle sue cure pastorali, e a tutti coloro con cui il Signore Gesù ha voluto identificarsi o verso i quali ha mostrato benevolenza: i peccatori, anzitutto, e i poveri, gli ammalati ed emarginati, le vedove, i bambini, nonché le pecore che non sono ancora del suo ovile. Di qui la necessità di resistere a ogni desiderio di arricchirsi di beni materiali o di cercare favori per la propria famiglia o etnia, o di nutrire una malsana ambizione di fare carriera nella società o nella politica. Quanto alle persecuzioni, per il card. Dias malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa: il danno maggiore viene da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri.Sir