Vescovi Toscani
Card. Betori, «In pellegrinaggio in Terra Santa per un’esperienza forte di fede e di solidarietà»
«I cristiani su questa terra – ci dice la prima lettera di Pietro – vivono in una condizione di “stranieri e pellegrini”» (1Pt 2,11). L’immagine esprime con efficacia il fatto che la nostra esistenza è per sua natura un cammino, con un’origine nell’amore di Dio che ci ha creati e redenti e una meta che è quello stesso amore che attende di abbracciarci oltre questo tempo, nell’eternità. Si può ben comprendere come nell’esperienza di fede dei credenti un posto privilegiato sia e debba essere riservato al pellegrinaggio, che è un’esperienza che segna la vita di ogni credente, soprattutto se si svolge nei luoghi dove Gesù è nato, ha vissuto, è morto ed è risorto: la Terra Santa. Inginocchiarsi e toccare il marmo del Santo Sepolcro, pregare nella Grotta della Natività, rendere omaggio a Maria nella Basilica dell’Annunciazione, meditare sulle sponde del Mare di Galilea o sulle pendici del Monte delle Beatitudini o nel deserto di Giuda ti arricchisce spiritualmente e ti aiuta nell’incontro vivo con Gesù vivo.
Solcare la terra che più di ogni altra ha segnato la storia della Salvezza è un’opportunità che ogni cristiano, se ne ha le possibilità, dovrebbe cogliere. Ma il pellegrinaggio, di questi tempi, è anche l’unico modo per aiutare i pochi cristiani che ancora vivono a Gerusalemme, Betlemme o Nazareth e in altre parti della Palestina e di Israele. Persone come pietre vive che rimangono un segno fondamentale della fede e della testimonianza della vita, morte e resurrezione di Gesù. È importante non lasciarli soli. Dobbiamo far sentire loro il nostro affetto e il nostro sostegno. Il modo migliore per farlo è proprio quello di rilanciare i pellegrinaggi, che diventano così un ulteriore atto di amore e un contributo al sostentamento di quella popolazione.
Non dobbiamo aver paura ad andare in Terra Santa. Non ci sono pericoli particolari. Come vescovi toscani ne siamo convinti, al punto che insieme, come Conferenza episcopale toscana, terremo lì, in quei Luoghi santi, la nostra tradizionale Assemblea itinerante, per testimoniare concreta vicinanza alle comunità cristiane e a tutte le popolazioni che vivono in quella regione così duramente tormentata da tensioni e conflitti. Vogliamo in questo modo riaprire una strada e indicarla alle nostre comunità diocesane, invitarle ad andare in pellegrinaggio, confermando quei forti legami che la Toscana ha sempre avuto con la Terra Santa.
*Cardinale, arcivescovo di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana