Vita Chiesa

Card. Bassetti ai seminaristi, elogio della scelta di fare un’esperienza in territorio di missione prima dell’ordinazione

Organizzato dalla Fondazione Missio, da ieri fino a domani, in modalità on line, l’evento vede la partecipazione di 280 seminaristi da ogni regione d’Italia. Nel suo intervento dal titolo “Fraternità e missione alla luce dell’enciclica Fratelli tutti”, il cardinale ha sottolineato l’attualità della tematica, “non solo nella prospettiva della missio ad gentes, ma anche in riferimento alla formazione dei futuri preti”. “Vivere la fraternità – ha spiegato – vuol dire vivere la comunione, la cui etimologia ci aiuta a comprendere il legame di questo vocabolo con la missione evangelizzatrice”.

Ma l’enciclica va ben oltre e mira anche “a promuovere un’aspirazione mondiale alla fraternità e all’amicizia sociale”: infatti, “il punto di partenza è la comune appartenenza alla famiglia umana, dal riconoscerci fratelli perché figli e figlie di un unico Creatore, tutti sulla stessa barca”. D’altronde, ha precisato il cardinale, “il Regno è già presente nel mondo, non abbiamo bisogno di andarlo a cercare come Diogene con il lanternino; il Regno è anche fuori delle nostre comunità. Si manifesta nella presenza di Cristo nella storia umana ed è un qualcosa di straordinariamente meraviglioso e avvincente per chi ha avuto il dono di farne l’esperienza come i nostri missionari e le nostre missionarie, grazie a Dio presenti nei cinque continenti”.

Intervenendo al Convegno missionario dei seminaristi, organizzato dalla Fondazione Missio, il card. Gualtiero Bassetti, ha voluto indicare alcune linee guida “che – ha spiegato – dovrebbero non solo ispirare l’animazione missionaria in Italia, ma anche costituire un indirizzo per la formazione dei futuri presbiteri”. Anzitutto, ha detto, “occorre evitare di cadere nell’astrazione: la fraternità è una realtà che si costruisce fattivamente, mattone su mattone, e faticosamente attraverso una decisa assunzione di responsabilità”. La missione evangelizzatrice deve spingere fuori le mura: “parlare di Missione, con la M maiuscola, senza che vi siano missionari in carne e ossa, disposti a vivere fraternamente, non è possibile. Inoltre, se come Chiesa vogliamo davvero rendere intelligibile la fraternità nel mondo, dobbiamo vincere all’interno delle nostre comunità la tentazione all’individualismo”.

Oltre al pericolo dell’astrazione e dell’individualismo, il cardinale ha messo in guardia dalla “competitività o contrapposizione, specialmente nel delicato campo dell’evangelizzazione” che si vince realizzando “una comune progettualità missionaria all’interno della Chiesa italiana, nella quale sentono di poter convergere tutte le forze missionarie”. “Fraternità e missione”, infatti, “non è mai un’equazione scontata ma, pur con un lento percorso di maturazione, è una realtà che bisogna incessantemente costruire”. Infine non è mancato un elogio per quei seminaristi che scelgono di fare un’esperienza in territorio di missione prima dell’ordinazione: “non solo hanno sperimentato un impulso motivazionale ad essere apostoli, ma hanno anche colto quest’unitarietà dell’evangelizzazione che trova nella missio ad gentes il suo paradigma”.