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CARD. BAGNASCO: MEETING DI RIMINI, NON SI PUÒ COSTRUIRE LA STORIA SENZA DIO
Oggi, come in altri periodi della storia, si vuole che la Chiesa rimanga in chiesa: lo ha affermato ieri il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nel corso della sua riflessione La Chiesa, un popolo che fa storia, nel primo giorno del Meeting per l’amicizia fra i popoli a Rimini, organizzato da Comunione e Liberazione (testo integrale dell’intervento su www.meetingrimini.org). Il cardinale ha spiegato che a tutti si riconosce come sacra la libertà di coscienza, ma dai cattolici a volte si pretende che essi prescindano dalla loro fede. Il presidente ha sottolineato che non è la voglia di mondano protagonismo che muove la Chiesa fin dalle sue origini, ma il bisogno del cuore: l’amore a Cristo, all’uomo, al mondo nel quale la Chiesa è fatta carne. E a proposito del peso che le convinzioni dei cristiani possono avere in ambito pubblico il card. Bagnasco ha detto che è gravemente scorretto ridurre ogni posizione assunta dai credenti a scelta confessionale, aggiungendo che alcuni valori, come quelli della vita umana e della famiglia, della concezione della persona e dello Stato anche se sono illuminati dalla fede sono anzitutto bagaglio della buona ragione.
Nel suo discorso di fronte a 10.000 persone presenti all’auditorium del Meeting di Rimini il card. Bagnasco ha ricordato che la Chiesa partecipa alla costruzione della storia universale e dice al mondo e, in particolare, oggi all’Europa, che il passato non può essere impunemente negato in nome dell’economia, della tecnologia e dello scientismo, pena lo sfaldamento dell’identità di una Nazione o di un Continente. Un singolo europeo ha aggiunto il presidente della Cei può non credere che la fede cristiana sia vera. Tuttavia, tutto ciò che egli dice e fa, scaturirà dalla parte della cultura cristiana di cui è erede, e da quella trarrà significato. Il ruolo della Chiesa è ricordare al secolarismo e laicismo che pretendere di costruire la storia senza Dio è costruirla contro l’uomo. Il card. Bagnasco ha concluso il suo discorso ricordando che la fede immette nel credente l’amore di Cristo rendendolo creatura nuova, capace di partecipare alla storia umana e capace di partecipare alla vita politica nel segno della democrazia e verità.
Anche alla luce dei fatti di cronaca è evidente che c’è una emergenza educativa: la preoccupazione per i giovani è uno dei temi emersi nel corso della conferenza stampa che il card. Angelo Bagnasco ha tenuto al Meeting dopo l’incontro nell’auditorium. Il presidente della Cei ha aggiunto che c’è piena sintonia tra i vescovi e il Papa e c’è grande consapevolezza di questa emergenza nelle diocesi, nelle scuole, negli istituti cattolici, che continuano nella loro azione educativa per il bene della società intera. A proposito delle priorità politiche per l’autunno il cardinale ha detto che i vescovi italiani sono preoccupati per le difficoltà delle famiglie nella vita quotidiana e auspicano risposte propositive per le fatiche che attraversano, senza pretese, però, di dettare agende a nessuno.
Delocalizzare è un principio validissimo se è complementare all’identità di un popolo o di una nazione: lo ha detto il card. Bagnasco parlando di federalismo nella conferenza stampa seguita all’incontro pomeridiano di ieri al Meeting di Rimini. Il cardinale ha ricordato che un popolo non è tale senza una visione unitaria sui valori della vita e della morte: questo crea un’identità. Il presidente della Cei si è anche detto disponibile a un incontro con Umberto Bossi, che lo ha richiesto, perché i confratelli vescovi ben volentieri accolgono le richieste di chi chiede e, a maggior ragione, un rappresentante delle istituzioni. (Simona Mengascini inviata SIR a Rimini)