Italia

CARD. BAGNASCO: LA CHIESA NON PUÒ ESSERE INTIMIDITA E NON INDIETREGGIA

“La Chiesa è in questo Paese una presenza costantemente leale e costruttiva che non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere”. A ribadirlo è stato oggi il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che in apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha iniziato la sua prolusione (testo integrale) riferendosi alla vicenda che ha portato alle dimissioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo. “E’ ancora vivo in noi – ha detto – un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente diretto ad una persona impegnata a dar voce pubblica alla nostra comunità, ha finito per colpire un po’ tutti noi: la gravità dell’attacco non può non essere ancora una volta stigmatizzata, come segno di un allarmante degrado di quel buon vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere”. “La telefonata che il Santo Padre ha avuto la bontà di farmi, per raccogliere notizie e valutazioni sulla situazione contingente, e le parole di grande benevolenza che egli ha riservato al nostro impegno, ci hanno non poco confortato”, ha rivelato il presidente della Cei, secondo il quale “seguendo la sapienza della Croce, liberi da interpretazioni estranee alla logica della Chiesa e nel rispetto delle persone, tutto acquista una prospettiva diversa, e le tribolazioni – che pur non cerchiamo – diventano il germe misterioso di salvezza”. “La coerenza tra la fede e la vita – ha ammonito il cardinale – è tensione che attraversa e invera il cristianesimo, ed è in un certo qual senso la misura della sua sincerità: su questo davvero non possiamo accettare confusione, tanto meno se condotta con intenti strumentali o per perseguire obiettivi che nulla hanno a che fare con un rinnovamento complessivo della società”. In quel “discernimento sapienziale che è condizione per compiere le scelte più adeguate ai bisogni spirituali e morali del nostro popolo”, ha assicurato il presidente della Cei, “non ci lasceremo guidare da qualche «piccola finestra» del dettaglio, del pregiudizio o dell’incertezza, «ma dalla grande finestra che Cristo ci ha aperto sull’intera verità”, come ha detto il Papa nell’omelia per le ordinazioni episcopali del 13 settembre. Soffermandosi poi sui 25 anni dalla riforma del Concordato tra Stato e Chiesa, il Papa ha ribadito la “reciproca autonomia” ma anche l’”impegno condiviso di collaborazione per la promozione dell’uomo e del bene del Paese”, e ha affermato: “La Chiesa pellegrina in Italia non indietreggia, e mai rinuncerà – secondo la sua tradizione – ad un atteggiamento di apertura virtuosa collaudato negli anni, e spera che altri si affaccino o continuino ad affacciarsi nell’agorà pubblica con onestà e passione, amore disinteressato per le sorti comuni, autentica curiosità intellettuale”.Sir