I ragazzi chiedono un accompagnamento non giovanilistico, ma coscienzioso, sostanzioso, vero e alto per questo auspico che famiglia, scuola, comunità cristiana, operatori della comunicazione, impegnati nel dovere educativo, possano creare reti virtuose e alleanze educative a servizio dei nostri ragazzi. Lo ha detto il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, che questa mattina ha partecipato alla presentazione del rapporto Unicef 2011 sulla condizione dell’infanzia nel mondo, intitolato “Adolescenza: Il tempo delle opportunità”. Il mondo degli adolescenti e più in generale la condizione dell’infanzia ha dichiarato il cardinale – stanno a cuore alla Chiesa che vede nel dialogo tra le generazioni la strada per garantire la trasmissione della vita e della fede. Il compito educativo, infatti, riguarda tutti adolescenti ed adulti, ma il mondo degli adulti ha una responsabilità in più se davvero pensa che l’adolescenza sia il tempo dell’opportunità e non delle delusioni che originano passioni tristi. Gli adulti ha rimarcato il presidente della Cei non devono porsi solo la domanda che possiamo fare?’ ma soprattutto chi siamo noi?’. Questa è una domanda che non possiamo disattendere. Se noi adulti non siamo persone mature non possiamo accendere nei giovani nessuna luce. La Chiesa italiana ha scelto di dedicare al tema dell’educazione gli Orientamenti pastorali del prossimo decennio.Per superare quel diffuso atteggiamento rinunciatario e sfiduciato di fronte alla vita, quasi che tutto si risolva in un percorso solitario – dove ad esempio occorrerebbe non disturbare il bambino o l’adolescente nella loro opera di auto-formazione – è tempo di pensare e di agire in modo diverso. È un passaggio del saluto rivolto oggi dal card. Bagnasco al presidente del Comitato italiano dell’Unicef, Vincenzo Spadafora. Nel testo, diffuso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, il cardinale si sofferma sull’adolescenza, un’età spesso negata’, schiacciata com’è tra l’infanzia e la giovinezza: Mi pare importante segnalare che essa meriti, al contrario, una singolare attenzione perché proprio questa stagione segna la prima crisi di crescita’, di cui soprattutto i genitori e gli educatori non tardano ad accorgersi anche oggi. Per il card. Bagnasco, l’educazione se non vuol rinunciare al suo compito che è precisamente quello di introdurre alla vita e di cogliere le opportunità dell’adolescenza, non potrà fare a meno di accompagnare questa crisi di crescita’. In tal senso, non si tratterà di assecondare, né di contrastare per partito preso, ma di stabilire un vero rapporto interpersonale in cui l’adolescente sia aiutato, pur attraverso questo sconvolgimento e radicale cambiamento, a diventare giovane ed adulto.Sir