Vita Chiesa

CARD. ANTONELLI: DEMOCRAZIA NON PUO’RIDURSI REGOLE MAGGIORANZA

La democrazia “non può ridursi a un insieme di procedure o alle regole stabilite di volta in volta dalla maggioranza. Sarebbe un cadavere senz’anima. Per essere autentica, essa ha bisogno di contenuti, di tensione al bene comune, di impegno condiviso a servizio della persona umana e dei suoi diritti fondamentali”. E “tra i diritti della persona umana c’é anche la verità”. Lo ha detto ieri il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, nella sua omelia per la festa del patrono della chiesa fiorentina, San Giovanni Battista, incentrata su una riflessione sul rapporto tra verità e società, tra verità e democrazia.

La democrazia, ha aggiunto, “è dialogo finalizzato alla ricerca della verità, nella fiducia che la ragione può unire gli uomini e che dalle diverse tradizioni e posizioni culturali può emergere un consenso ragionato alla verità. Nella misura in cui il culto della verità prevale sugli interessi egoistici e rimette in discussione pregiudizi e ideologie, si edifica anche la concordia sociale”.

Ricordando la figura di San Giovanni, “per la schiettezza e il coraggio con cui sapeva dire a tutti la verità”, e al quale Erode fece tagliare la testa “per farlo tacere”, l’arcivescovo ha affermato: “Anche nella nostra società chi vuole servire la verità incontra difficoltà e contrasti, che certo non tendono a sopprimerlo in modo violento, cercano però di emarginarlo e screditarlo. Non si ha fiducia di poter raggiungere la verità, ma solo opinioni soggettive. Non ci si pongono più le grandi domande; si vive nell’indifferenza e nel consumismo. Si ha la massima considerazione solo per la conoscenza scientifico-tecnica, perché dà un potere. Non interessa la verità, ma il potere”. Il giudizio del cardinale è riferito direttamente al Vangelo “il quale congiunge strettamente verità e libertà” e al fatto che “la libertà senza verità scade ad arbitrio. Ne abbiamo purtroppo una conferma nel diffuso degrado morale, che gli scandali a ripetizione lasciano intravedere”. “Non bastano certo le leggi – ha aggiunto – a garantire la pacifica convivenza civile. Senza la moralità non si regge neppure la legalità”. “Le comunità religiose devono essere trattate con imparzialità” in quanto “le tradizioni religiose sono state, e rimangono ancora, il più efficace veicolo di moralità e di educazione dei popoli. Il fatto che spesso siano state anche fattori potenti di violenza, non è una buona ragione per escluderle dallo spazio pubblico e relegarle nel privato. Anche la politica, la scienza e la tecnica servono molto spesso alla violenza; eppure nessuno si sogna di metterle al bando”. Ha detto ancora il cardinale Ennio Antonelli nella sua omelia per la festa del patrono della chiesa fiorentina. Se questo vale per tutte le religioni, un posto particolare, per il cardinale, spetta al cristianesimo il quale “ha fatto emergere e tiene desta la consapevolezza della dignità di ogni persona umana, dei diritti fondamentali dell’uomo, dell’autorità come servizio, della distinzione tra Stato e Chiesa, della consistenza propria delle realtà terrene. La fede cristiana incoraggia il dialogo con i credenti di altre religioni”. (Ansa)