Toscana

Carceri toscana. Garante: all’orizzonte rischio sovraffollamento

A incidere maggiormente è il problema della droga: nei penitenziari toscani 988 detenuti sono tossicodipendenti, 1.142 sono finiti dietro le sbarre per il piccolo spaccio. «Siamo di fronte a un aumento dei detenuti in tutta Italia, incluso in Toscana- spiega, nel corso di una conferenza stampa -. Il rischio del sovraffollamento comincia ad essere all’orizzonte. Occorre cambiare la vita quotidiana negli istituti, ma al tempo stesso bisogna avere più coraggio per le uscite dal carcere dei tossicodipendenti. È un compito affidato alla magistratura di sorveglianza e dobbiamo spingere affinché ci sia molta consapevolezza della gravità della situazione».

Il sistema penitenziario toscano è afflitto da numerose criticità: «Abbiamo un elenco lunghissimo di questioni aperte – richiama l’attenzione Corleone -. Nelle prossime settimane terremo un incontro con il provveditore dell’amministrazione penitenziaria per presentare un calendario che definisca i tempi per realizzare gli interventi stabiliti». Perché, fa notare, «ci sono molte buone intenzioni, ma non si realizzano le cose nei tempi previsti. Abbiamo, ad esempio, l’incognita della cucina dell’ala ad alta sicurezza a Livorno, che si trascina ormai da due anni». Il garante regionale insieme a quelli comunali ha predisposto un patto per la riforma col provveditore dell’amministrazione penitenziaria.

«Cercheremo di applicarlo anche con la necessaria durezza, cominceremo con la sottoscrizione di un accordo coi poli universitari», garantisce. Le intese mirano a garantire alcuni diritti fondamentali: alla salute, allo studio, all’acqua calda e alle docce nelle celle così come all’acqua potabile a San Gimignano. Un passaggio essenziale di questi protocolli sancisce l’apertura di sezioni autonome a San Gimignano dedicate al polo universitario di Pisa e il potenziamento dell’autonomia delle sezioni universitarie a Prato. «Nelle carceri a Pisa e a Livorno – puntualizza ulteriormente – serve, poi, tutta una serie di lavori urgenti, perché sono in situazioni deplorevoli».

Sul versante fiorentino, invece, gli occhi sono puntati sull’istituto Gozzini: «Ci aspettiamo un cambio di utilizzo- sostiene il garante-, che preveda una trasformazione in un carcere femminile rispettoso della differenza di genere». Corleone allarga lo sguardo anche sui migranti che stanno scontando una pena: «Abbiamo presentato una proposta di modifica legislativa, perché la possibilità prevista dalla legge per i detenuti stranieri, quando mancano due anni alla fine della condanna, di tornare nel Paese d’origine sia corredata da un aiuto economico di 2.500 euro».