Italia

CAPODANNO: NAPOLITANO, NO ALLA SFIDUCIA MA C’E’ MOLTO DA FARE

“Come dobbiamo guardare all’anno che sta per iniziare, con quali preoccupazioni e con quali motivi di speranza e di fiducia? E’ una domanda non facile, alla quale vorrei provarmi a rispondere partendo da quel che dell’Italia ho visto e ho potuto intendere lungo tutto il 2007, attraverso un gran numero di visite e di incontri”. E’ iniziato con questa domanda che “più ci inquieta” il messaggio alla nazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, seguito in tv ieri sera da 13 milioni di italiani. Nel suo discorso, il secondo del suo mandato, ha esaltato le risorse umane, morali e creative del Paese ma non ha mancato di ammonire, pur prendendo le distanze da certi giudizi ingenerosi apparsi sulla stampa estera, che il rischio di un declino esiste. Ha chiesto attenzione da parte della politica al malessere sociale, alle riforme, ai troppi incidenti sul lavoro e ha invitato i cittadini a far prova del loro senso civico.

Nel suo girare da Nord a Sud Napolitano ha detto di aver visto un'”Italia che vuole crescere, divenire più moderna e più giusta, e che sa come per non perdere terreno in Europa e nel mondo debba vincere competizioni e sfide difficili”. Il problema per il Presidente sta allora “nel come valorizzare e incoraggiare dovunque nel paese questo dinamismo, nel come trasmettere questi impulsi all’intero sistema Italia, puntando sull’innovazione e sul merito, privilegiando fortemente l’istruzione, così da giungere via via a un più alto tasso di crescita, a una crescita più sostenuta e generale, in cui sia pienamente coinvolto il Mezzogiorno”. Tra i problemi che creano “malessere sociale” Napolitano ha ricordato “l’aumento del costo della vita”, che colpisce soprattutto “la parte più povera e disagiata della popolazione”, l'”incertezza del lavoro”, specie al Sud, “nonostante la netta diminuzione del tasso nazionale di disoccupazione”, la “insufficiente tutela del lavoro, della vita sul lavoro”, un “assillo” che si è fatto più forte dopo la tragedia dei sette operai bruciati nell’incendio della ThyssenKrupp. Quanti drammi. Quanti problemi. Ma “grande è anche il potenziale umano e morale dell’Italia”, ha osservato, ricordando “la splendida rete di solidarietà” che esiste, che ha visto attorno ai disabili, ad esempio. “Possiamo avere più fiducia in noi stessi, ma dobbiamo essere più esigenti verso noi stessi”. I cittadini devono dare prove di senso civico, di consapevolezza dell’interesse generale, perché “ci sono realtà e responsabilità che non possono ridursi alla sfera della politica”, ma è anche vero che la politica deve fare meglio la sua parte. Napolitano affronta il tema con una premessa sull’attività del governo “non possono esserci interferenze da parte mia in nessun senso”, se il governo può andare avanti “si vedrà presto in Parlamento”. Ciò detto, “é indispensabile che si adottino alcune riforme istituzionali e che si crei un nuovo, più costruttivo clima politico”. Il presidente apprezza lo “spiraglio di dialogo che si è aperto” e assicura che non farà mancare i suoi appelli, perché “occorre assolutamente evitare che l’occasione vada perduta”. Il dibattito se per ciò occorra mettere in campo un governo istituzionale resta fuori dalle osservazioni del presidente, e non potrebbe essere diversamente. Napolitano guarda al Paese reale. Contro la mafia, dice, sono stati dati duri colpi. Vari tipi di reato sono diminuiti. Merito delle forze dell’ordine. Meritoria è stata la rivolta degli imprenditori siciliani contro il pizzo. E’ “interesse generale” tutelare ambiente e territorio. L’immigrazione “in rapida crescita” crea problemi. Bisogna affrontarli e per farlo occorre “liberarsi dalle paure che non fanno ragionare e dai particolarismi che non fanno decidere”. Agli immigrati si deve chiedere il rispetto delle nostre leggi, ma non si può attuare una “minaccia inammissibile di violazione della libertà di culto”. E’ chiaro il riferimento alle recenti chiusure di luoghi di culto islamico nelle regioni del Nord, e all’articolo 8 della Costituzione, ai cui principi e valori morali il presidente dice che “dobbiamo risolutamente ancorarci” mentre ne festeggiamo il sessantesimo compleanno. Anche per regolare i rapporti fra Stato e Chiesa, sulla base di “un misurato e schietto confronto fra l’Italia e la Santa Sede, com’é nei voti, ne sono certo, del Pontefice”. Sulla base, insomma degli articoli 7 e 8 della Carta. Napolitano ha fatto anche una nota critica sui mali ricorrenti di Napoli, la sua città, dove i rifiuti sono tornati a invadere le strade, determinando una situazione “sempre più allarmante”. E’ per lui un esempio delle “paure irragionevoli e dei particolarismi politici e localistici che emergono in troppi casi”, che impediscono di risolvere i problemi.