Italia
Cancellare il debito. E poi?
Tra le condizioni richieste ai paesi debitori c’è anche quella di non essere in stato di guerra; «ma la stessa Italia non è forse presente in molti teatri di guerra?» si è chiesto Emanuele Rossi (Scuola Superiore S.Anna, Pisa). La contraddizione è evidente, e lo diventa ancor più se si considera ha detto Pasquale De Muro (Università di Roma III) che l’Italia fa parte di quella schiera di paesi che spendono per le guerre una quantità di denaro enormemente superiore a quella che destinano ai paesi poveri. In questa particolare classifica dell’egoismo l’Italia risulta addirittura prima ha continuato De Muro se si valuta la percentuale del reddito nazionale destinata alla cooperazione internazionale: tutti i paesi ricchi versano più di quanto versiamo noi.
Di fronte a questa cifre e a queste politiche si è chiesto l’arcivescovo di Pisa Alessandro Plotti non è che la cancellazione del debito sia «solo fumo negli occhi, un alibi» che i paesi ricchi si stanno costruendo per poi girarsi dall’altra parte, ma con la coscienza pulita, quando i paesi poveri continueranno la loro mesta corsa verso il nulla? La critica dell’atteggiamento contraddittorio e ipocrita dei paesi creditori è stato il filo conduttore di molti altri interventi. Particolarmente interessante è stata l’illustrazione della genesi del debito, che è servita a demolire la superficiale considerazione: «hanno fatto un debito, ora lo saldino».
Come evidenziato dal Rapporto, l’Occidente infatti non solo ha un debito storico nei confronti dei paesi poveri: ha sfruttato gli uomini, schiavizzandoli, e le ricchezze naturali, rubandole. Ma i paesi ricchi hanno anche colpe più recenti, contemporanee. Basti pensare che se il debito venisse calcolato sulla base di un paniere composto di diverse valute e non solo in dollari probabilmente si potrebbe affermare che i paesi poveri hanno già saldato tutto il dovuto. Per questo è giusto e necessario ricordare le parole del Concilio Vaticano II: «non si faccia passare per carità ciò che è dovuto per giustizia».
La speranza è che servano a far uscire i governi e i singoli uomini da quel vortice di egoismo in cui stiamo precipitando. Ma è chiaro che il lavoro sarà lungo e faticoso se ha ironizzato il vescovo di Livorno Diego Coletti uno degli spot più trasmessi dalla TV recita: «tutto intorno a te», come se l’egoismo fosse l’unica misura di una vita degna di essere vissuta. Principi, questi, condivisi da Rosy Bindi, Margherita, e Patrizia Paoletti Tangheroni, Forza Italia, che però non sono entrate nel merito di ciò che hanno fatto o avrebbero intenzione di fare i rispettivi schieramenti politici.
Debito estero, le promesse del Duemila son rimaste sulla carta