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Campo internazionale 2013, Documento conclusivo

INTERNATIONAL CAMP 2013DIFFERENT FACES OF POVERTY: CHALLENGES, PROJECTS AND FUTURE

In the modern globalized world, sharing and comparing experiences starting from different points of view and backgrounds, discussing crucial problems of humanity, becomes part and parcel of making this world a better place. We are young people from Albania, Democratic Republic of Congo, Croatia, Gabon, Israel, Italy, Madagascar, Palestine and Russia, students and workers who gathered in Village “La Vela”  to live together in a particular environment that allowed us both to have fun and to discuss major issues. We are deeply convinced that the atmosphere we created is not only conducive to generating new ideas but also to conveying those which already exist to our friends and colleagues. In line with the well-known mottos United we stand, divided we fall and In varietate concordia our work was based on mutually beneficial collaboration and brought the following results.

Examining poverty and its causes we found out that it is tightly connected with such issues as marginalization, inequality, and the prevalent mentality. As far as marginalization is concerned, being an outcast in the modern society does not necessarily imply a low level of income but rather an exclusion from rights, services and resources. A similar idea is applicable to inequality: it is not only limited to the economic dimension but also embodies social, political, religious and cultural aspects. The above factors being of great importance and influence on human life tend to bring on the problem of inequality of opportunities. Unlike uniformity equality is a value, whilst diversity can be a fundamental contribution to the prosperity of mankind.

Still, in terms of mentality, poverty should not be considered as an individual guilt. With prejudices and negative stereotypes about the circumstances of becoming and remaining poor, changing people’s mind on this subject is one of the major challenges in fighting poverty. Thus, in order to break the vicious circle of unawareness about poverty and neglecting it, so as to distinguish its causes and effects, a lot of actions are still to be taken.

Poverty has different faces and phases: being a multi-level and complex phenomenon, the answers we give to it and the policies designed to alleviate it must also be incompassing.Talking about the possible strategies and interventions, we believe in creating awareness through educating the new generation and promoting public debate on poverty and related social issues. This will be the starting point in the development of a proper social perception of poverty, so to erase prejudices and intolerant behaviors towards disadvantaged people. Creating a different mentality through this new system of values should involve and require the effort of individuals and communities, starting from the most basic, like families, up to governments and international community.

The communities themselves should be intended as big or small groups of people in which the common identity doesn’t deny the specificity of individuals composing it, nor exclude the ones out of it. Moving on parallel tracks, the single persons should be allowed to develop a free and critical approach to these issues, thus feeling personally responsible for the health and well-being of the poor. In the meanwhile, the communities as a whole, including states, societies, religious groups etc., should follow a policy of sharing to redistribute resources and assets, in order to avoid anybody to lack the basic human rights. Since poverty is a dynamic process more than a static condition, prevention is needed just as cure: under this aspect it should be underlined that politics has a major and fundamental role to play in fighting it.

Poverty from a material and social condition should be distinguished from poverty as a spiritual value. While the first one is a lack and a cause of outcasting, the second can be seen, on the opposite, as a free choice and a way to deeply and truly live human life. Depriving oneself from material goods, in fact, has been considered by many through the centuries as a privileged path to reach a closer relationship with God, oneself, and the others. As women and men of good will, belonging to the Abrahamic family, we believe that we shall be judged on our final day according to the way we behaved towards the poor: from this perspective, welcoming and helping the poor becomes a unique occasion to contemplate the face of God and to fulfill our vocation.

Despite the fundamental role the governmental institutions still play in tackling poverty, politicians, teachers, religious leaders and all people in power must lead this process. Nevertheless, we strongly believe that a certain commintment is entrusted to every single individual in his or her daily life. We, the participants of the Internationl camp, are strongly committed to share and spread the spirit of “La Vela” holding a candle that lights countless flares without diminishing its flame.

Castiglione della Pescaia, August 16, 2013

CAMPO INTERNAZIONALE 2013I DIVERSI VOLTI DELLA POVERTÀ: SFIDE, PROGETTI, FUTURO (traduzione italiana)

Nel moderno mondo globalizzato, condividere e confrontare le esperienze a partire da diversi punti di vista e background, discutere problemi cruciali per l’umanità diventa condizione unica e sufficiente per rendere il mondo un posto migliore. Siamo giovani provenienti da Albania, Croazia, Gabon, Israele, Italia, Madagascar, Palestina, Repubblica Democratica del Congo e Russia, studenti e lavoratori, che si sono ritrovati al Villaggio La Vela per vivere insieme in un ambiente particolare che ci ha permesso sia di divertirci che di discutere temi importanti. Siamo profondamente convinti che l’atmosfera che abbiamo creato non abbia solo contribuito a generare nuove idee ma anche a trasmettere quelle già esistenti ai nostri amici e colleghi. In linea con i famosi motti United we stand, divided we fall e In varietate concordia il nostro lavoro si è basato su una collaborazione reciprocamente benefica e ha portato ai seguenti risultati.

Esaminando la povertà e le sue cause, abbiamo scoperto come questa sia strettamente connessa a temi come l’emarginazione, la diseguaglianza e la mentalità dominante. Riguardo all’emarginazione, essere un escluso nella società moderna non implica necessariamente un basso livello di reddito ma piuttosto un’esclusione da diritti, servizi e risorse. Un’idea analoga è applicabile alla diseguaglianza: questa non  è solo limitata alla dimensione economica ma coinvolge anche aspetti sociali, politici, religiosi e culturali. Dato che questi fattori rivestiono una grande importanza ed influenza nella vita umana tendono a sollevare anche il problema della diseguaglianza di opportunità. Diversamente dal conformismo, la diversità è un valore, dato che può rappresentare un contributo fondamentale al progresso dell’umanità.

Ancora, riguardo alla mentalità, la povertà non dovrebbe essere considerata una colpa individuale. Considerati i pregiudizi e gli stereotipi negativi sulle circostanze che riguardano il diventare ed il restare povero, cambiare l’opinione delle persone su questo argomento è una delle maggiori sfide nella lotta alla povertà. Perciò, per interrompere il circolo vizioso di inconsapevolezza e noncuranza verso la povertà, per distinguere le sue cause e i suoi effetti, vanno ancora intraprese molte azioni.

La povertà ha diversi volti e fasi: essendo un fenomeno complesso ed a più livelli, le risposte che forniamo ad esso e le politiche ideate per ridurlo devono essere pervasive. Parlando delle strategie e degli interventi possibili, crediamo nella necessità di creare consapevolezza attraverso l’educazione delle nuove generazioni e la promozione di dibattiti sulla povertà e questioni sociali correlate. Questo sarà il punto di avvio nello sviluppo di una percezione della povertà propriamente sociale, così da cancellare pregiudizi e comportamenti intolleranti verso le persone più svantaggiate. Creare una mentalità diversa attraverso questo nuovo sistema di valori dovrebbe coinvolgere e richiedere l’impegno di individui e comunità, a partire dalle più basilari, come le famiglie, fino ai governi e alla comunità internazionale.

Le comunità stesse dovrebbero essere intese come gruppi di persone piccoli o grandi in cui l’identità comune non nega la specificità degli individui che le compongono e che non escludono alcuno di quelli che ne sono al di fuori. Muovendosi su binari paralleli, le singole persone dovrebbero avere la possibilità di sviluppare un approccio libero e critico a questi temi, sentendosi personalmente responsabili per la salute ed il benessere dei poveri. Nel frattempo le comunità in quanto totalità, inclusi stati, società, gruppi religiosi, ecc., dovrebbero seguire una politica di condivisione per redistribuire beni  e risorse, in modo da evitare che qualcuno sia privato dei diritti umani essenziali. Dato che la povertà è un processo dinamico più che una condizione statica, è necessaria la prevenzione tanto quanto la cura: sotto questo aspetto dovrebbe essere sottolineato che la politica ha un ruolo fondamentale da giocare nella lotta ad essa.

La povertà materiale e sociale dovrebbe essere distinta dalla povertà come valore spirituale. Mentre la prima è una mancanza e una causa di emarginazione, la seconda può essere vista, al contrario, come una libera scelta ed una via per vivere a pieno ed in verità la vita umana. Privarsi dei beni materiali, infatti, è stato considerato da molti attraverso i secoli come una via privilegiata per raggiungere una relazione più stretta con Dio, se stessi e gli altri. Come donne e uomini di buona volontà, appartenenti alla famiglia di Abramo, crediamo che saremo giudicati nell’ultimo giorno a seconda di come ci saremo comportati verso i poveri: da questa prospettiva accogliere ed aiutare il povero diventa un’occasione unica di contemplare il volto di Dio e di realizzare la nostra vocazione.

Nonostante il ruolo fondamentale che le istituzioni governative ancora giocano nell’affrontare la povertà, politici, insegnanti, capi religiosi e tutte le persone di potere devono guidare questo processo. Ciò nonostante, crediamo fermamente che un determinato compito sia affidato ad ogni singolo individuo nella sua vita quotidiana. Noi, i partecipanti del Campo Internazionale, siamo fermamente determinati a condividere e diffondere lo spirito de “La Vela” portando una candela capace di accendere infinite fiamme senza diminuire il proprio fuoco.

Castiglione della Pescaia, 16 agosto 2013