Forte preoccupazione per il reiterato tentativo, da parte del governo, di modificare e riscrivere la legge 185 sul commercio delle armi e di eludere la trasparenza riguardo alle operazioni svolte dagli istituti di credito: è stata espressa dai direttori delle tre riviste missionarie Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di pace, in prossimità del voto, in Commissione parlamentare esteri e difesa, sulla Relazione 2005 della Presidenza del Consiglio sulle esportazioni di armi italiane. Le tre riviste tra le promotrici della Campagna Banche armate, che in sei anni è riuscita a modificare i comportamenti di molti istituti di credito italiani accusati di finanziare l’export di armi ricordano che le banche italiane, coi gruppi Capitalia e San Paolo Imi in testa, ricoprono tuttora più dell’85% delle operazioni di appoggio all’esportazione di armi italiane, in un solo anno raddoppiate: dai 722 milioni di euro del 2003 si è passati infatti ai 1.317 milioni di euro nel 2004. L’industria armiera nazionale ha accresciuto quest’anno il proprio portafoglio di ordini di oltre il 16% e, nell’ultimo quadriennio, di ben oltre il 72%. Alla potente lobby armiera e ad una parte del mondo finanziario affermano – dà fastidio che i cittadini sappiano con chi le nostre industrie fanno affari. Ai gruppi parlamentari viene chiesto perciò di rendere noto per tempo e con chiarezza il voto che esprimeranno in Commissione, auspicando che sia di parere contrario. La Campagna sta organizzando per dicembre/gennaio prossimo un convegno apposito per un confronto aperto tra banche, governo, enti locali e associazioni. Sir