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Cammino sinodale in Toscana. Lucca: “Sguardo al futuro, con le nuove generazioni”. Pitigliano: “In ascolto di associazioni, operatori di turismo e agricoltura”
Nelle due diocesi i “Cantieri” sono stati dedicati in un caso a giovani, “nuovi italiani”, migranti ed emigranti, e nell’altro al coinvolgimento e al confronto con le realtà che circondano le comunità parrocchiali
In continuità con quanto emerso nella prima fase del Cammino sinodale, anche nell’arcidiocesi di Lucca e nella diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello l’esperienza dei “Cantieri di Betania” sono state l’occasione per sviluppare la riflessione relativamente ad alcuni ambiti emersi come particolarmente “interessanti” dall’ascolto della realtà locale.
Lo conferma mons. Alberto Brugioni, uno dei referenti del Cammino sinodale per l’arcidiocesi di Lucca, raccontando del “Cantiere del futuro” con il quale la Chiesa lucchese ha voluto soffermarsi su ragazzi e giovani in ambiente scolastico e lavorativo, sui “nuovi italiani”, sui migranti di seconda e terza generazione, sui “nuovi emigranti”, che vivono fuori casa, in Italia o all’estero. “Dall’ascolto del primo anno di Cammino sinodale – spiega – sono emerse da moltissimi gruppi le problematiche ragazzi/giovani, la loro assenza nella vita delle parrocchie, e da parte delle famiglie la esclusiva domanda dei sacramenti dell’iniziazione cristiana”. A partire da queste sollecitazioni e “dal fatto che già in tempo di Covid la nostra diocesi s’interrogava sulla trasmissione della fede da 0 a 30 anni per una vita adulta lavorando ad un progetto denominato ‘Otri nuovi’”, precisa mons. Brugioni, è stata quasi automatica la scelta di aprire il “Cantiere del futuro”, cogliendo l’opportunità offerta di attivare il “quarto cantiere” legato alla particolarità della realtà diocesana. Nella scheda fatta circolare sul territorio veniva così introdotto: “Il ‘Cantiere del futuro’, riguarda le nuove generazioni, rispetto alle quali la nostra diocesi è chiamata a più fattivo impegno, che coinvolga l’intera comunità cristiana. La questione di fondo è: come possiamo camminare insieme alle nuove generazioni, per edificare la Chiesa di domani? Per questo cantiere occorre immaginare metodi e linguaggi nuovi, adatti ai soggetti che si va ad ascoltare, nei rispettivi ambienti di vita”. Convolti nel Cantiere gli Uffici di Pastorale scolastica, Pastorale giovanile e quello catechistico che – prosegue il referente – “hanno lavorato in sinergia e autonomamente prendendo diverse iniziative di ascolto dei ragazzi e dei giovani. Questo ascolto è stato fatto anche da alcune comunità”. Sono emerse la necessità di “coinvolgere ragazzi e giovani nelle comunità con iniziative pensate con loro e per loro”, di una Chiesa capace di “coerenza” e di essere “sempre più autenticamente rivolta ai giovani, dove questi possono sentirsi a casa”. Non a caso, aggiunge il sacerdote,
“i giovani chiedono di adeguare i linguaggi e le tematiche rendendoli interattivi più in sintonia con il loro vissuto, esprimono desideri di ricevere fiducia e la necessità di rendere la Chiesa più aperta, non giudicante, meno formale e più umile, accogliente e vicina alle problematiche di tutti”.
Il 12 luglio, in occasione della festa di San Paolino, patrono della Città di Lucca, il progetto “Otri nuovi” è stato ufficializzato con l’obiettivo di “supportare e incoraggiare l’assunzione di responsabilità della comunità cristiana affinché tutta diventi finalmente soggetto per trasmettere la fede”: “È il concreto passo – conclude mons. Brugioni – che risponde alle domande dei ragazzi e dei giovani, vuole colmare il vuoto generazionale che è evidente in questo tempo storico e chiede alle parrocchie un forte ripensamento per tornare alle radici”.
La Chiesa di Pitigliano-Sovana-Orbetello, sottolinea don Luca Caprini, uno dei referenti del Cammino sinodale per la diocesi, di cui è anche vicario generale, l’idea di mettersi in “Ascolto di associazioni, operatori del mondo del turismo e dell’agricoltura” è venuta “nel momento in cui, insieme all’Equipe sinodale diocesana, ci siamo confrontati con le proposte contenute nei Cantieri, soprattutto in quello in cui si chiedeva di mettersi in ascolto della realtà che circonda le nostre comunità parrocchiali”.
“Dal momento che il territorio della nostra diocesi è prevalentemente agricolo e che molte famiglie delle nostre comunità, soprattutto nella zona mare, sono impegnate nel campo dell’accoglienza turistica, ci siamo orientati sulla preparazione di due assemblee, una con gli operatori del turismo, un’altra con le persone impegnate nel comparto agricolo”, continua il referente, precisando che, però, nel secondo caso “quest’anno non siamo riusciti ad organizzare”. “Dal momento che nella nostra diocesi operano numerose associazioni di volontariato – evidenzia –, le abbiamo convocate per un incontro con il nostro vescovo, mons. Giovanni Roncari, che si è tenuto nel mese di novembre 2022 nei locali della parrocchia di Albinia”. “È stato un momento molto intenso e partecipato – commenta don Caprini –, in cui dopo una breve introduzione del vescovo, tutti i partecipanti, in rappresentanza delle associazioni di volontariato presenti nel territorio della diocesi e di quella di Grosseto (la riunione era organizzata a livello interdiocesano essendo le due diocesi unite ‘in persona episcopi’), hanno potuto non solo presentarsi reciprocamente, ma anche riflettere sulle problematiche più importanti inerenti il loro servizio di assistenza alle persone sul territorio”. “Da questa assemblea – aggiunge – è venuta fuori la proposta di ripetere, almeno una volta l’anno, in modo stabile, questo incontro, nella speranza che possa coinvolgere un numero sempre maggiore di associazioni”. Infine, “per quanto concerne il mondo del turismo e dell’agricoltura, abbiamo intenzione di organizzare anche per questi due ambiti una assemblea con il nostro vescovo, magari nel corso del prossimo anno pastorale 2023/2024”.