Italia

Cambiamenti climatici: balle, allarmi e verità

di Sara D’Oriano

Il mondo ha la febbre. A «gridarlo» sono gli ambientalisti, Legambiente e WWF solo per citarne due, preoccupati che il surriscaldamento del nostro pianeta, causato, sembrerebbe, in gran parte dalla mano dell’uomo, possa in breve tempo comportare profondi cambiamenti climatici ai quali difficilmente potremmo adattarci. Anche la recente Conferenza nazionale sul clima, che si è svolta la scorsa settimana a Roma, ha messo in luce allarmanti proiezioni sul surriscaldamento globale per cui si renderebbero necessari interventi immediati di prevenzione e adattamento.

«L’aumento delle temperature medie è un dato accertato e sottoposto ad un lavoro di up-dating – spiega Lorenzo Orioli, ricercatore e coordinatore del Cenacolo ecologico toscano –. Pertanto, la necessità di mettere nell’agenda politica le problematiche ambientali diventa oggi un aspetto imprenscindibile». Ma è davvero una situazione così allarmistica?

Le posizioni di studiosi e ricercatori dei fenomeni climatici sono infatti molto varie e, accanto a chi grida all’emergenza, troviamo chi piuttosto favorisce posizioni moderate.

È il caso di Tommaso Franci, ex assessore all’ambiente della Regione Toscana, che dichiara di essere «contrario ad un approccio catastrofistico della questione. Spesso infatti, questo atteggiamento, oltre a generare timori infondati,spinge a fare scelte esagerate e esasperate. È anche vero, d’altra parte, che il rischio è reale per cui è necessario che ognuno si assuma la responsabilità di ridurre il proprio impatto sull’ambiente. Esistono infatti mille motivi per farlo».

Che l’aumento della temperatura ambientale sia un fatto certo lo ammettono tutti. Diverse invece le motivazioni che i ricercatori portano per giustificare tale andamento.

«Potremmo affermare che è l’accelerazione dei fenomeni di effetto serra naturale, per iper-aumento della concentrazione dei gas a effetto serra e quindi del conseguente aumento della temperatura, a promuovere i cambiamenti», spiega Orioli, propenso a attribuire gran parte della causa dell’innalzamento delle temperature ad attività antropiche, oltre che a vicende naturali: «Ci sono una serie di fenomeni di impatto ambientale, su piccola scala, che platealmente sono causati dall’uomo e che non possono essere disconosciuti od adombrati da questioni macroscopiche sui fattori causali del cambiamento climatico».

Non sembra essere dello stesso avviso Riccardo Cascioli, presidente del Cespas (Centro europeo di studi su popolazione, ambiente e sviluppo), giornalista di Avvenire e autore del saggio Le bugie degli ambientalisti: «I cambiamenti ambientali sono una costante e sono sempre esistiti anche prima della comparsa dell’uomo. Innaturale sarebbe che questi cambiamenti non ci fossero. Qualsiasi attività umana ha un impatto ambientale, questo è innegabile; ma non c’è nessuna certezza matematica che lega l’aumento delle temperature con l’attività umana. Anzi diventa inverosimile pensare che l’uomo che occupa, con le zone urbane, l’1% della superficie terrestre, che a sua volta è solo il 30% del pianeta, possa essere causa determinante di certi fenomeni su grande scala».

Le divergenze riguardano anche le conseguenze che certi cambiamenti potrebbero portare a breve e lungo termine e le strategie da adottare di conseguenza. Afferma Orioli: «A livello europeo, ad esempio, vi sono delle chiare indicazioni che gli effetti saranno ben diversi tra nord e sud dell’Europa. Quindi, insieme all’adozione di strategie di mitigazione (es. Protocollo di Kyoto per la riduzione dell’emissione di gas serra), che pero’ saranno sufficienti solo sul lungo periodo, ci sono ricerche per definire le «misure di adattamento» al cambiamento climatico, ovvero una serie di aggiustamenti socio-economici di breve e lungo periodo, sino al 2100, dove l’aumento di temperatura ammesso è stimato dell’ordine dei +2-4°C».

Tommaso Franci sembra essere invece più cauto: «Nessuno può parlare di cambiamenti sconvolgenti del clima, perché non siamo in grado di prevedere modifiche sul lungo periodo; tuttavia dobbiamo sforzarci di far sì che certi eventi, alla luce di esperienze pregresse – si pensi all’alluvione del ’66 – non ci colgano più impreparati e mi riferisco in particolare all’adozione, sul breve periodo, di politiche in difesa del suolo e della manutezione del reticolo idraulico mentre sul lungo, all’impegno nell’utilizzo di fonti rinnovabili».

Una questione annosa e complessa, quella ambientale, che, proprio per la difficoltà di ottenere dati matematici esatti, crea, come si è visto, numerosi punti di scontro tra gli studiosi. La necessità di riscoprire impegno e responsabilità trovano comunque concordi i vari schieramenti, così come la promozione di una cultura in difesa dell’ambiente, in una ricerca che però, e sono parole di Cascioli: «si allontani da ideologie e catastrofismi, da questioni economiche e di interesse politico» per riscoprire il significato profondo del rispetto dell’altro nel rispetto del mondo che ci circonda».

La Toscana sul fronte dell’ambienteLa Toscana non è l’Arcadia ma una terra che vive e produce e dove il rispetto e la tutela del patrimonio paesaggistico e ambientale sono comunque garantiti». Questo il pensiero dell’assessore regionale al territorio Riccardo Conti, intervenuto al seminario che in questi giorni il Consiglio regionale ha dedicato al Pit (Piano di indirizzo territoriale). Nell’intervento, l’assessore ha inoltre espresso la necessità di fare «un grande lavoro per mettere in atto le regole che col Pit (la regione) si è data».

Rispetto alla Conferenza nazionale del clima che si è tenuta a Roma dal 12 al 13 settembre scorsi e secondo la quale l’Italia sarebbe in ritardo nell’adozione di politiche che favoriscano il rispetto della natura e dell’ambiente, la Toscana si dimostra piuttosta attenta sul fronte ambientale.

Erasmo de Angelis, presidente della Commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale della Toscana, sostiene che «sia indispensabile andare verso una Conferenza regionale sul clima e l’energia per riorganizzare l’intero settore della produzione energetica regionale, velocizzando anche l’approvazione del nuovo Piano Energetico atteso ormai da troppo tempo».

Tutela del territorio, quindi e un nuovo settore energetico che favorisca scelte eco-compatibili nel rispetto dell’ambiente.

E non solo. Molto si sta facendo anche sul piano della educazione e della formazione. Durante i giorni della Conferenza nazionale, infatti, alcuni ragazzi delle scuole inferiori e superiori di Toscana, Lazio e Liguria, sono stati coinvolti ed impegnati in un’iniziativa parallela, chiamata «Conferenza Junior», durante la quale sono stati sensibilizzati sul tema del clima e dell’ambiente attraverso varie attività e giochi di simulazione. Al termine, hanno elaborato la «Carta Junior Clima 2007» articolata in venti punti e consegnata al ministro dell’ambiente Alfonso Pecorario Scanio. Tra le richieste mosse al ministro: l’utilizzo di energie rinnovabili, incentivi per la ricerca scientifica, la rieducazione energetica e la riduzione degli sprechi. Ma com’è la salute della nostra regione? Stando a quanto detto da Legambiente durante i giorni della Conferenza, anche le città toscane risentirebbero dell’aumento medio delle temperature, in atto in questo periodo. In particolare Firenze, tra gennaio e giugno 2007, avrebbe subito un aumento medio di 2,3° rispetto alle temperature medie registrate nello stesso periodo dal 1961 al 1990.

E non mancano comuni in cui l’inquinamento, in termini di qualità dell’aria e del territorio, superano le soglie limite.

«Le città – si legge nel comunicato di Legambiente – sono le principali responsabili delle emissioni di gas a effetto serra che causano il surriscaldamento del pianeta».Nonostante la situazione della nostra regione non sia critica, la tutela del patrimonio ambientale e artistico, ma soprattutto della salute di città e abitanti, rimane un impegno comune, che, oltre ad appartenere alle istituzioni, passa anche dalle nostre case e dalle nostre scelte.

Le bugie smascherate da Channel Four

Il filmato sul riscaldamento globale prodotto da Channel Four e trasmesso dalla trasmissione Matrix (l’intera puntata dal sito della trasmissione) di Enrico Mentana il 6 luglio 2007 (questi video sono tratti da YouTube)

prima parte

seconda parte

terza parte