I giovani se la sentono di scommettere su relazioni forti e durature e in un’epoca delle passioni tristi, dei prodotti pronti per l’uso, delle relazioni virtuali via skype, desiderano in controtendenza puntare a legami forti fondati sul finchè morte non ci separi’. Messaggi forti quelli che arrivano da Camaldoli dove da domenica 31 luglio più di 100 studenti universitari da tutta Italia si sono ritrovati per trascorrere una settimana di riflessioni e di approfondimento. A proporla è la Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana, che alla settimana teologica ha dato un titolo evocativo tratto dal racconto biblico del Cantico dei Cantici: Mettimi come sigillo sul tuo cuore. La cura dei legami nell’epoca delle passioni tristi. Siamo estremamente convinti dell’importanza e dell’attualità di uno studio approfondito e meditato del Cantico dei Cantici affermano i presidenti nazionali, Francesca Simeoni e Alberto Ratti in un tempo in cui sentiamo forte l’urgenza di scommettere su relazioni stabili e durature. Per i giovani della Fuci, le Settimane teologiche a Camaldoli rappresentano un appuntamento e un luogo in cui si torna a pensare e a riflettere insieme attorno a temi che toccano le nostre vite di studenti universitari e di laici. Il tutto in un clima di amicizia e condivisione scandito dai ritmi della comunità monastica camaldolese.La settimana camaldolese si è aperta con una relazione introduttiva al tema curata dalla presidenza nazionale della Fuci in cui si fa il punto sullo stato delle relazioni interpersonali. La società odierna si legge nel testo lancia dei segnali che paiono in contrasto con la tendenza, propria dell’essere umano, a costruire legami stabili. È l’epoca delle relazioni liquide, dei rapporti umani debilitati da passioni tristi e foriere di infelicità: che spazio dunque rimane per le relazioni in una cultura che predilige prodotti pronti per l’uso, soluzioni rapide, beni usa e getta e assicurazioni contro tutti i rischi?. Vi è poi anche il desiderio imperante di libertà assoluta che implica il rifiuto di ogni responsabilità. E infine l’influsso delle nuove tecnologie sulle relazioni interpersonali. Non a caso affermano i giovani – oggi si parla sempre più spesso di reti, di network. L’aumento di questi strumenti virtuali (vedi Facebook, Skype e Twitter), se, per certi versi, ha risvolti indubbiamente positivi, per l’altro ci porta a virtualizzare le nostre relazioni. Relazioni usa e getta e l’uso degli strumenti virtuali di comunicazioni se da un lato permettono di avere la nostra agenda stracolma di contatti, dall’altro ci impediscono in modo sempre più pressante di ritagliarci i nostri spazi di solitudine e silenzio. Ci rendiamo raggiungibili sempre e ovunque. Rapiti da questa estasi del contatto continuo, diventiamo incapaci di rimanere soli con noi stessi. Ma la solitudine non è forse una condizione propedeutica alla relazione con l’altro?. I giovani si stanno interrogando a Camaldoli sulla crisi dei matrimoni e il crescente numero dei divorzi. Cosa mette a dura prova la relazione amorosa tra uomo e donne? Come prendersene cura? La Fuci propone quest’anno una riflessione sull’amore a partire da un testo biblico, il Cantico dei Cantici. E argomenta: In un contesto odierno così segnato e frammentato, potrebbe sembrare anacronistico ritornare a leggere un testo che esalta l’amore tra un uomo e una donna, che pone al centro un legame indissolubile. Eppure siamo convinti, proprio data la specificità delle problematiche che caratterizzano la società in cui viviamo, che una rinnovata riflessione sul Cantico dei cantici da parte di giovani universitari, sia necessaria e più che mai attuale. Perché? Così rispondono i giovani fucini: Il legame indissolubile, forte come la morte, che viene celebrato nel Cantico offre la possibilità di andare oltre la dimensione umana e aprirsi all’infinto che non muore mai, all’amore tra Dio e l’uomo. (Sir)