Italia
Calciopoli, da Napoli 37 richieste di rinvio a giudizio
Trentasette richieste di rinvio a giudizio: per tutti l’accusa è di frode sportiva, e per 20 imputati c’é l’aggiunta di un reato più grave, quello di associazione per delinquere. Avrebbero, questi ultimi, messo in piedi una vera e propria una organizzazione, con l’ex dg della Juve Luciano Moggi nel ruolo di principale promotore, che governava di fatto il mondo del pallone e alterava l’esito delle partite. Sono queste le accuse formulate dai pm di Napoli Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci che hanno concluso martedì 10 luglio l’inchiesta su calciopoli.
Gli atti sono stati trasmessi alla cancelleria del gip che dovrà fissare nei prossimi giorni la data dell’udienza preliminare. Le richieste formulate oggi chiudono il filone principale della inchiesta che lo scorso anno provocò, tra l’altro, la revoca di due scudetti e la retrocessione per la Juve e penalizzazioni, poi mitigate nelle fasi successive, per squadre come il Milan, la Lazio, la Fiorentina e la Reggina.
Le posizioni maggiormente gravate sotto l’aspetto processuale sono quelle di Luciano Moggi, dell’ex amministratore della Juve Antonio Giraudo, dell’ex vicepresidente della Fgci Innocenzo Mazzini, dei designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto e dell’arbitro Massimo De Santis: vengono infatti indicati dai pm come “promotori, costitutori ed organizzatori dell’associazione per delinquere”.
Sono 29 gli incontri del campionato di serie A della stagione 2004-2005 e uno si serie B per i quali i magistrati hanno ravvisato la frode in competizione sportiva. Tra gli imputati chiamati a comparire davanti al gup figurano anche dirigenti e tesserati di società calcistiche, arbitri, guardalinee.
Della attività della “cupola” si sarebbero avvantaggiati personaggi di primo piano del calcio italiano, come l’ex presidente della Figc Franco Carraro, i fratelli Diego e Andrea Della Valle con la loro Fiorentina, la Lazio di Claudio Lotito, e quel Leonardo Meani che, da addetto ai rapporti con gli arbitri, ha portato al coinvolgimento del Milan. Implicato anche il presidente della Reggina Foti. I
l sistema si sarebbe adoperato “affinché venissero fornite specifiche indicazioni sulla composizione della formazione della nazionale italiana anche in relazione ai contingenti interessi della Juventus”. Non solo: quello che viene definito come “il sistema Moggi” raccoglieva “notizie riservate e relative a procedimenti penali in corso” e si avvaleva “dei servigi o comunque stabiliva compiacenti relazioni con esponenti anche di vertice delle forze dell’ordine”. E’ stata una inchiesta dai grandi numeri, come si evince, tra l’altro, dalle decine di migliaia di intercettazioni telefoniche (gli inquirenti hanno messo sotto controllo 55 telefoni (una decina dei quali intestati a Moggi, al figlio Alessandro e alla società Gea), e dai 94 testimoni che hanno deposto davanti ai pm.
Quello concluso è però soltanto il filone principale dell’inchiesta. Il lavoro dei magistrati alla scoperta degli illeciti non è infatti concluso: restano aperte una serie di indagini, come quella scaturita delle rivelazioni dell’arbitro Gianluca Paparesta – la cui posizione è stata infatti stralciata – e vanno avanti gli accertamenti sulle schede “segrete”, quelle di un gestore del Liechtenstein, che Moggi avrebbe fornito a arbitri per conversazioni riservate. E c’é inoltre ancora da approfondire il capitolo dei rapporti con forze dell’ordine e esponenti della giustizia, anche quella sportiva. “Se il processo ci sarà, finalmente potrò cominciare a difendermi”, ha commentato Luciano Moggi per il quale “le richieste dei pm erano scontate”.”Comunque – ha aggiunto – attendo fiducioso l’eventualità di un processo”. (ANSA).
Le partite incriminate
Sono trenta le partite (29 del campionato di serie A, una del torneo cadetto) per le quali si ipotizza il reato di frode sportiva e contestate, a vario titolo, ai 37 imputati per i quali i pm Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci hanno chiesto oggi il rinvio a giudizio.
1) Nel capo di imputazione contestato a Luciano Moggi, ex dg della Juve, Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juve e l’arbitro Antonio Dattilo, si fa riferimento a Udinese-Brescia 1-2 (26-9-2004) e Udinese-Juventus 0-1. Le ammonizioni di Pinzi, Muntari e Di Michele e l’espulsione di Jankulovsi, tutti calciatori della squadra friulana, nella prima gara dovevano servire, secondo l’accusa, ad avvantaggiare la Juve nella partita successiva.
2) Moggi con l’ex ds del Messina Mariano Fabiani (coinvolto nella vicende delle schede sim “svizzere”) e l’arbitro Paolo Bertini sono chiamati in causa nel presunto illecito di Siena-Juve 0-3 (23-10-2004).
3) Moggi, Fabiani e l’arbitro Tiziano Pieri sono accusati per Juventus-Chievo 3-0 (31-10-2004).
4) Moggi, Giraudo, Bergamo, Pairetto, l’arbitro Massimo De Santis e l’assistente Enrico Ceniccola: rispondono per Lecce-Juventus 0-1 (14-11-2004).
5) A Moggi, Giraudo, i designatori Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto, l’arbitro Paolo Dondarini e l’assistente Duccio Baglioni è contestato l’incontro Juve-Lazio 2-1.
6) Moggi, l’arbitro Massimo De Santis, e i designatori Bergamo e Pairetto devono rispondere di frode sportiva in relazione a Fiorentina-Bologna 1-0 (5-12-2004): con atti fraudolenti, consistiti nell’alterazione del sorteggio per il direttore di gara e la “dolosa” ammonizione dei calciatori del Bologna Petruzzi, Nastase e Gamberini avrebbero alterato l’esito dell’incontro. Gli atti sarebbero stati commessi per influire sulla partita successiva Bologna-Juventus.
7) Bergamo e il presidente della Reggina Pasquale Foti sono imputati per Reggina-Brescia 1-3 (5-12-2004): l’intento perseguito, ma non raggiunto, sarebbe stato di favorire la squadra calabrese mediante contatti con l’arbitro e i guardalinee.
8) Moggi, Bergamo, Pairetto, De Santis e Pieri rispondono di Bologna-Juventus 0-1 (12-12-2004).
9) Bergamo, Foti e De Santis sono accusati di frode sportiva per Reggina-Cagliari 3-2 (12-12-2004)
10) Fabiani, Moggi e l’arbitro Paolo Bertini sono chiamati in causa per Juventus-Milan 0-0 (18-12-2004) per il quale Bertini si sarebbe adoperato per un risultato favorevole alla squadra di Moggi.
11) Moggi e l’arbitro Salvatore Racalbuto sono coinvolti in Cagliari-Juventus 1-1 (16-1-2005).
12) Fabiani, Moggi e Paolo Bertini sono accusati per Messina-Parma 1-0 (23-1-2005) in cui l’arbitro si sarebbe adoperato a vantaggio della squadra siciliana.
13) Moggi, Bergamo, Pairetto, Giraudo, l’arbitro Pasquale Rodomonti e gli assistenti Silvio Gemignani e Giuseppe Foschetti sono coinvolti per Juventus-Udinese 2-1 (13-2-2005). In quella circostanza si sarebbe verificata un’alterazione delle procedure delle “griglie arbitrali” per le designazioni.
14) A Fabiani, Moggi e Bertini è contestato il presunto illecito in relazione a Siena-Messina 2-2 (13-2-2005).
15) Bergano e Foti devono rispondere per Sampdoria-Reggina 3-2 (20-2-2005): mediante contatti con arbitri e assistenti avrebbero cercato, senza riuscirvi, di ottenere un risultato favorevole per i calabresi.
16) Moggi e De Santis sono accusati per Palermo-Lecce 3-2 (20-2-2005) in relazione all’incontro del turno successivo Lecce-Messina 0-1 (27-2-2005): i presunti illeciti riguardano le ammonizioni dei leccesi Pinardi e Rullo allo scopo di ottenerne la squalifica per la partita contro il Messina.
17) L’ex presidente della Fgci Franco Carraro, insieme con Bergamo, Pairetto, il vicepresidente della Fgci Innocenzo mazzini, il presidente della Lazio Claudio Lotito e l’arbitro Gianluca Rocchi: sono accusati per Chievo-Lazio 0-1 (20-2-2005). In quella circostanza Carraro avrebbe rappresentato a Bergamo la necessità di “dare una mano” alla Lazio.
18) Carraro, Bergamo, Pairetto, Mazzini, Lotito e l’arbitro Domenico Messina: figurano tutti nel capo di imputazione relativo a Lazio-Parma 2-0 (27-2-2005).
19) Moggi, Giraudo e Racalbuto: rispondono di frode per Roma-Juventus 1-2 (5-3-2005).
20) Fabiani e l’assistente di gara Marcello Ambrosino sono accusati per Reggina-Messina 0-2 (13-3-2005).
21) L’arbitro Bertini è chiamato in causa per Inter-Fiorentina 3-2 (20-3-2005) in relazione a Fiorentina-Juve 3-3 (9-4-2005): le ammonizioni dei calciatori della squadra toscana Viali e Obodo avrebbero determinato la loro squalifica avvantaggiando la Juve nel turno successivo.
22) Bergamo, Pairetto, il vicecommissario della Can Gennaro Mazzei, Mazzini, Giraudo e l’assistente Duccio Baglioni: coinvolti per Siena-Milan 2-1 (17-4-2005). L’annullamento di un gol di Schevchenko sarebbe servito ad agevolare la Juve, diretta competitrice per lo scudetto
23) Bergamo, con Leonardo Meani (che curava i rapporti con gli arbitri per conto del Milan), Mazzei e l’assistente Puglisi rispondono di Milan-Chievo 1-0 (20-4-2005): Puglisi si sarebbe adoperato per un risultato favorevole ai rossoneri.
24) I fratelli Diego e Andrea Della Valle, l’amministratore della Fiorentina Sandro Menicucci, Bergamo, Mazzini, Moggi e l’arbitro Paolo Dondarini: tutti sotto accusa per Chievo-Fiorentina 1-2 (8-5-2005). Dirigenti della squadra viola e designatori, con l’intervento di Moggi, si sarebbero attivati “perché fosse garantito alla Fiorentina un percorso finale di campionato che ne assicurasse la salvezza in serie A”.
25) L’arbitro De Santis accusato per Livorno-Siena 3-6 (8-5-2005): avrebbe penalizzato il Livorno, anche con l’espulsione ritenuta ingiustificata di Fabio Galante, anche per “il motivo abietto di vendicarsi del presidente del Livorno che aveva rilasciato dichiarazioni sulla cosiddetta ‘combriccola romana’ di cui De Santis fa parte”.
26) Mazzei e l’assistente Stefano Titomanlio sono coinvolti nell’unica partita di serie B contestata: Arezzo-Salernitana 1-0 (14-5-2005)
27) Bergamo, Foti e Pieri: si fa riferimento a presunti illeciti in Palermo-Reggina 1-1 per favorire i calabresi.
28) Diego Della Valle è accusato per Lazio-Fiorentina 1-1 (22-5-2005): avrebbe contattato il presidente della Lazio Lotito chiedendo di accordarsi sul risultato, evento che non si verificò per il rifiuto opposto da Lotito.
29) I fratelli Della Valle, Menicucci, Bergamo, Mazzini, Moggi, De Santis e Alessandro Griselli: accusati per Lecce-Parma 3-3 (29-5-2005): il risultato di parità avrebbe avvantaggiato la squadra dei Della Valle. La Fiorentina, con il meccanismo della classifica avulsa, restava così in serie A a scapito di Bologna e Parma costrette allo spareggio per la permanenza nel campionato di massima serie. (ANSA).