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Calciopoli atto secondo: bufera sugli arbitri
L’ultima pagina di calciopoli non è stata ancora scritta, da Napoli si riapre un nuovo capitolo. Dopo l’estate che aveva fatto gridare per il pallone allo scandalo del secolo, i 48 avvisi di chiusura delle indagini preliminari da parte della procura campana gettano di nuovo nel panico il mondo del calcio: cinque nomi inediti tra arbitri e dirigenti, quindici partite sotto accusa finora mai indicate e ancora un club, il Messina, uscito indenne dalla fase uno dello scandalo e inchiodato nelle 25 pagine firmate dai pm Beatrice e Narducci. Francesco Saverio Borrelli si deve rimettere al lavoro, ma solo per la parte nuova della montagna di carte prodotte dai due magistrati. Quanto agli arbitri, in attesa di vedere gli atti ufficiali, l’Aia di Cesare Gussoni “allo scopo di garantire serenità allo svolgimento dell’attività agonistica” ha sostituito due degli otto direttori di gara coinvolti, Bertini e Tagliavento, perché designati per le gare di serie B in campo già da domani.
L’atto secondo dell’inchiesta si aggiunge a quello che aveva animato il maxiprocesso estivo, passato dalla mano pesante del primo grado con la Caf presieduta da Cesare Ruperto che aveva condannato alla retrocessione in B Juve (con penalizzazione di 30 punti), Fiorentina (-12) e Lazio (-7) e il Milan a ripartire dalla A a -15, all’ammorbidimento della Corte federale, con la sola Juventus relegata al torneo cadetto. Pene ulteriormente ritoccate in sede di arbitrato. Processo sportivo chiuso, fino all’ultimo grado di giudizio: e proprio oggi che la camera arbitrale del Coni confermava i cinque anni di squalifica per Innocenzo Mazzini, l’ex vice della Figc travolto dalle intercettazioni, ultimo strascico di un procedimento durato quasi dieci mesi, Napoli rimette in moto anche la macchina della giustizia sportiva.
L’Ufficio indagini si riattiva subito, in sintonia con il lavoro della giustizia ordinaria, ma solo per le posizioni nuove: dei 13 arbitri che emergono dall’ordinanza Rocchi, Tagliavento e Messina non presentano elementi nuovi rispetto a quelli per i quali sono stati già giudicati e assolti. Il nome che spicca è quello di Gianluca Paparesta: il barese, finito nella bufera la scorsa estate per l’omessa denuncia dell’episodio di Reggina-Juventus in cui fu chiuso nello spogliatoio del Granillo da Moggi, adesso risulterebbe far parte della ‘cupola’, insomma di quell’associazione il cui obiettivo secondo i pm era “commettere una serie indeterminata di delitti di frode in competizioni sportive”. A tal riguardo emerge pure che lo stesso Paparesta faceva parte del gruppo di arbitri che veniva contattato su utenze mobili (“gestori svizzeri”) le cui schede erano fornite dallo stesso Moggi.
Si aggrava la posizione di Bertini, assolto in secondo grado, e a cui ora viene imputato il capo d’accusa di associazione a delinquere e diverse partite pro Juve e pro Messina. L’emergenza al momento sembrerebbe riguardare proprio gli arbitri: Gussoni, dopo un vertice d’urgenza con il presidente della Figc Giancarlo Abete, ha deciso per il momento di sostituire Bertini e Tagliavento (al loro posto chiamati Trefoloni per Genoa-Bologna e Pantana per Lecce-Juve), ma non è escluso che faccia altrettanto per tutti gli otto fischietti coinvolti ancora in attività (oltre ai due sostituiti ci sono De Marco, Dondarini, Paparesta, Rocchi, Pieri e Messina) e i dieci guardalinee. Una bufera “attesa” si limita a dire Gussoni, che comunque dovrà gestire l’ennesima grana. E tra sei giorni a Cardiff si decide l’assegnazione di Euro2012. Il calcio italiano resta con il fiato sospeso, l’ombra dello scandalo torna a incombere.(ANSA).