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Calcio, le potenzialità educative dello sport più amato d’Italia

Partono i campionati europei e il calcio giocato torna alla ribalta, solo poche settimane dopo la fine del campionato di serie A ma con i play off e play out di serie B appena conclusi e quelli di Lega Pro che si apprestano a vivere il suo atto finale domenica 12 giugno a Foggia, con la squadra locale chiamata a ribaltare la sconfitta di una settimana prima per 4-2 a Pisa e con i nerazzurri toscani, viceversa, in pole position per il ritorno in serie B, dopo la retrocessione di sette anni fa e il successivo falli mento. Attendendo di vedere come andrà a finire e quale sarà poi, in Francia, il cammino della Nazionale dell’uscente Antonio Conte, pisani e restanti toscani, al pari di tutti i connazionali, si perdono magari dietro la solita ridda di notizie del calciomercato. Perché questo, inutile ricordarlo, è lo sport non solo più amato ma anche più “chiacchierato” e discusso dagli italiani. Ma il calcio ha anche, o può avere, un’enorme valenza educativa: nei vivai delle tantissime squadre della Federazione e delle società amatoriali tantissimi ragazzi si impegnano sognando magari un futuro da campione ma intanto imparando prima di tutto a crescere come uomini e come sportivi, soprattutto se hanno la fortuna di incontrare un allenatore che ha a cuore quest’aspetto. Ne parliamo con Giammario Cappelletti, responsabile del settore giovanile della Junior Macerata ma con trascorsi calcistici nella nostra regione.Intervista di Marco Lapi. Montaggio di Matteo Fagioli