Toscana

BURUNDI, NUOVI PARTICOLARI SULL’UCCISIONE DEL NUNZIO

Sulle circostanze ancora poco chiare dell’uccisione di monsignor Michael Courtney, nunzio apostolico in Burundi da tre anni, è tuttora attesa l’apertura ufficiale dell’inchiesta, così come è stata subito pubblicamente promessa dal presidente Domitien Ndayzeye. Nel frattempo, superati la costernazione e lo shock immediatamente successivi alla morte del nunzio, gli elementi forniti alla MISNA da molteplici fonti burundesi, consentono di ricostruire, con ragionevole precisione, le ultime ore di vita del compianto presule. Monsignor Courtney aveva lasciato Bujumbura verso le 12:30 locali del 28 dicembre, su invito del vescovo di Bururi, monsignor Bernard Bududira, per trascorrere una giornata in località Chateaux Moso, non lontano dalla parrocchia di Minago, sulla riva del lago Tanganika, in direzione Rumonge-Niyanza Lac, una cinquantina di chilometri dalla capitale burundese. Scopo del breve soggiorno, stando a fonti ecclesiastiche, era anche la visita alla tomba e ai familiari di un giovane sacerdote originario di Minago, padre Georges, deceduto in Italia e rimpatriato subito dopo il decesso. I funerali, per inciso, erano già stati celebrati nei giorni precedenti.

Il nunzio si recò due volte al lago in località Chateaux Moso: nel pomeriggio del 28 (per un pasto in un ristorante locale) e nella mattinata del giorno successivo (per nuotare nel lago), sempre accompagnato da monsignor Bududira. In ambedue le circostanze, monsignor Courtney incontrò il ministro della difesa, numerosi militari ed altre autorità. Il pernottamento avvenne nella canonica di Minago.

Il 29 dicembre il nunzio fece una breve visita sulla tomba del giovane sacerdote, sita all’interno della parrocchia. Verso le 9:00 consumò la colazione con monsignor Bududira e poi, a piedi, fece visita alla famiglia del giovane sacerdote deceduto, non lontana dalla parrocchia. Verso le 10:00 si diresse di nuovo in località Chateaux Moso, sempre accompagnato dal vescovo di Bururi, per fare il bagno nel lago. Consumato il pranzo sotto una tettoia tipica, riparandosi dalla pioggia che nel frattempo si era fatta intensa, fu raggiunto per la seconda volta da un folto gruppo di militari tra cui il ministro della difesa. Attorno alle 14:00 ora locale, la vettura del nunzio partì alla volta di Bujumbura. Curiosamente, il diplomatico vaticano partì senza che nessuno si offrisse ad accompagnarlo. Normalmente, secondo le abitudini locali, l’ospite viene sempre scortato per un breve tratto, a maggior ragione se si tratta di un personaggio di riguardo. Al nunzio non vennero fatte segnalazioni particolari su pericoli o rischi, sebbene un giovane avesse raccontato di sparatorie notturne nei pressi di Rumonge (20 chilometri da Minago).

La vettura, una jeep Discovery, cade nell’agguato, ad un paio di chilometri dal centro di Minago. Una pallottola colpisce una ruota posteriore della vettura, dalla parte dove è seduto monsignor Courtney. La macchina sbanda paurosamente ma rimane in carreggiata. Poco dopo un secondo colpo, molto forte, colpisce il tetto della macchina, scoperchiandola. Il presule risulta ferito almeno in tre parti: alla testa, alla spalla e ad una gamba. La jeep prosegue per almeno un chilometro, fin quando l’autista non è costretto a fermarsi per cambiare la ruota posteriore destra, ormai completamente distrutta. Nel frattempo, ad un centinaio di metri, sopraggiunge a piedi un reparto di militari dell’esercito regolare. Sulla strada non transita nessun veicolo. I soldati ignorano la macchina in panne e non prestano alcun aiuto, proseguendo il loro cammino a piedi. La capitale dista poco più di 40 chilometri. Per tutto il tragitto il nunzio non darà mai segni di vita. Ricoverato nella clinica ‘Prince Rwagasore’ di Bujumbura alle 15:30. Il decesso verrà annunciato alle 18:00 locali.Misna