Toscana

BURUNDI, CRISI POLITICA: APPELLO DEI VESCOVI, «IL DIALOGO E I CITTADINI PRIMA DI TUTTO»

“E’ assolutamente necessario che i politici frenino la lingua e che non tengano discorsi volti a dividere i cittadini; che mettano prima di tutto il dialogo e le priorità della popolazione”. E’ l’appello lanciato dai vescovi del Burundi, al termine dell’ultima riunione straordinaria tenuta a Bujumbura e durante la quale si è discusso della crisi politica- istituzionale che da alcune settimana tiene in scacco il paese. Nelle ultime settimane l’opposizione, ma anche alcuni elementi interni al partito di governo Cndd (che è così rimasto privo di una solida maggioranza parlamentare), hanno criticato il recente rimpasto di governo eseguito dal presidente Pierre Nkurunziza, che avrebbe marginalizzato i partiti della minoranza. Nelle ultime settimane, i lavori del Parlamento sono rimasti bloccati proprio a causa di questa polemica, aggravata, lo scorso fine-settimana, dagli attacchi con granate lanciati contro le abitazioni di almeno cinque politici. I vescovi hanno apertamente criticato i capi di tutte le formazioni politiche, accusati di contribuire ad acuire le tensioni, lanciandosi accuse trasversali sui giornali e dalle radio nazionali. I presuli esprimono preoccupazione anche per il dialogo con i ribelli delle Forze nazionali di liberazione (Fnl) che sembra essersi nuovamente arenato, “costringendo gli abitanti dei villaggi a vivere in uno stato di frustrazione perenne e in un clima di insicurezza generale” per cui anche la comunità internazionale ha espresso forte preoccupazione nei giorni scorsi attraverso un comunicato del corpo diplomatico accreditato nel paese. “I capi delle formazioni politiche devono rivaleggiare al fine di stabilire la vera democrazia – spiegano i vescovi – di modo che il vincitore non si accanisca sul vinto e quest’ultimo non causi disordini per non ritardare il progresso nazionale”. La conferenza suggerisce di guardare con impegno alle istituzioni dello stato “privilegiando gli interessi della nazione e poi quelli personali, in un’ottica di coesione e collaborazione reciproca”.Misna