Vita Chiesa
Burgalassi, il prete sociologo uomo di fede e di scienza
Gli studiosi che hanno promosso e sostenuto lo sviluppo di questo importante settore della vita intellettuale e accademica nel nostro Paese avevano certamente qualcosa di speciale: in fatto di esperienza, di determinazione e di sofferenza. Avevano maturato queste dotazioni nel periodo precedente, del fascismo, della guerra e della ricostruzione.
Sulla base dei risultati delle sue indagini, metteva a fuoco la sua visione del mutamento in Italia, di cui erano testimonianza i volumi Una svolta antropologica, (Pisa, 1979), Uno spiraglio sul futuro (Pisa, 1980), Passato e futuro (Pisa, 1992). Identificò Pisa come oggetto di studio e di affezione: l’interesse storiografico lo portò sia alla ricostruzione della storia della sociologia a Pisa (Alle origini della sociologia: G. Toniolo e la scuola pisana 1878-1918, Pisa, 1984) sia ad una serie di studi su vicende importanti della storia di Pisa e del suo ambiente sociale; sia ad un collezionismo di cose pisane che potrebbe fare invidia ad un museo. In questo senso ha contribuito notevolmente a restituire una dimensione meno provinciale ad una città che, dalla Meloria in poi, non ha ancora colmato i dissidi con la sua storia.
Parlarne al passato è semplicemente impossibile: perché la sua eredità intellettuale è tuttora viva, viva tra i suoi colleghi; viva tra quanti lo hanno avuto come docente nell’Università di Pisa, dove fece ingresso nel 1981, e nelle altre Università (Roma, Milano) dove esercitò la sua sapienza e competenza.
In primis, ma questo è cosa quanto mai personale, intendo ringraziare Dio per le infinite grazie che mi ha fatto ed a cui non sempre ho corrisposto adeguatamente (essere nato, esser cristiano, esser sacerdote); di poi, intendo ringraziare la Chiesa Cattolica (la mia Chiesa) a cui debbo tutto: cultura, umanità, saggezza, grazia; e che ho inteso servire al meglio delle mie possibilità.
Il mio testamento, cioè il messaggio che intendo sottolineare e trasmettere è legato a ciò che ho amato di più e che ha caratterizzato maggiormente la mia vita: le attività culturali. Penso di dovere alla cultura una parte importante del come ho utilizzato e salvaguardato anche la mia vocazione sacerdotale. In effetti, ho investito tutto il mio tempo e tutti i miei averi su ciò che – oltre la fede – mai mi ha deluso: la Cultura. Per questo mi sono circondato di libri, stampe, cose belle, cioè di ciò che mi è più caro e che lascio agli altri. Pagati i debiti, una parte dei denari eventualmente rimasti sarà dato ai poveri o per SS. Messe […] Ho amato, quasi sopra ogni cosa, la mia Chiesa e la mia città (Pisa) ed a loro ho dedicato il meglio di me con la certezza (fatta di augurio e di preghiera) che esse potranno costituire sempre quei fari che illuminano le menti ed i cuori degli uomini di ogni tempo.