Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Buitoni e Molino Sociale, gennaio nero in Valtiberina.

Non è cominciato con il piede giusto il nuovo anno per l’economia della Valtiberina. E soprattutto il problema dell’occupazione sembra acuirsi, invece di risolversi. Sono due le aziende storiche di Sansepolcro a destare preoccupazione in questi giorni e decine i posti di lavoro diventano a rischio. Se da una parte per i 21 lavoratori del Molino Sociale Altotiberino si prospetta un futuro incerto in seguito al fallimento della cooperativa, dall’altra i dipendenti della Buitoni Newlat sono di nuovo sul piede di guerra in seguito al mancato rinnovo dei contratti.Dopo due anni di tregua, un nuovo scossone torna a minare quello che sembrava un equilibrio ormai consolidato per il pastificio più famoso della provincia di Arezzo. La Rsu e le organizzazioni sindacali di categoria Fai-Cisl e Flai-Cgil di Arezzo hanno proclamato lo stato di agitazione all’interno della Buitoni. Blocco degli straordinari e sciopero di due ore ad ogni fine turno. «La decisione – si legge in una nota di Rsu e dei sindacati – è stata presa a seguito delle risposte negative dell’azienda in merito all’occupazione ed al mancato rispetto degli accordi sottoscritti in passato». Sul piatto della bilancia l’impiego di decine di persone.Ancora più preoccupazione desta la complessa vicenda che ruota attorno al Molino Sociale di Sansepolcro: la società cooperativa specializzata nella molitura di cereali e nel panificio e attiva per oltre un cinquantennio in città negli ultimi dodici mesi ha contratto debiti che, insieme al crollo del prezzo dei cereali, hanno travolto il bilancio della società. Ne è derivato un pignoramento e infine la messa all’incanto il 13 gennaio scorso. Il «crack» finanziario coinvolge numerosi soggetti, dai dipendenti diretti fino agli imprenditori agricoli che hanno consegnato i cereali raccolti nei loro terreni allo stesso Molino senza però vedersi remunerare per le quote conferite. Dopo una prima asta andata deserta è emerso l’interesse del Consorzio Agrario di Siena e dei Molini Popolari Riuniti di Umbertide, che si sono resi disponibili a un intervento diretto, oltre che di una più recente cordata di soggetti locali. Intanto le trattative sono nelle mani dei giudici di Arezzo. L’azienda ha depositato infatti la richiesta di concordato presso il tribunale per proteggere i soci e i conferitori oltre che la struttura. Così il problema occupazionale torna a scuotere la Valtiberina e inizia una nuova battaglia per difendere il lavoro.di Elena Girolimoni