La notizia dell’accordo fra la Nestlé e il Gruppo TMT che ha rilevato la gestione del ramo pasta secca e fette biscottate a marchio Buitoni con la successiva intesa fra l’acquirente e le organizzazioni sindacali del 24 giugno è stata giudicata di significativo interesse e dunque accolta con sollievo da parte della Giunta regionale. Tuttavia nel dibattito che si è svolto oggi in Consiglio su una comunicazione dell’assessore alle Attività produttive, Ambrogio Brenna, è stata unanimemente sottolineata la necessità di monitorare con attenzione il rispetto dell’intesa. Del resto – questo il commento conclusivo di Brenna – già da settembre si vedrà se la TMT avvierà gli investimenti annunciati che ammontano a 44,5 milioni (20 milioni nella produzione e 24,5 milioni in marketing, comunicazione e gestione del marchio ottenuto dalla Nestlé per 10 anni). La prima tranche dell’investimento sarà di 4,5 milioni di euro sulla linea del cosiddetto crostino che è già in produzione. La TMT si è impegnata a garantire il livello di occupazione per tre anni.Brenna ha illustrato una cronologia dei fatti partendo dall’annuncio della Nestlé di cedere il rampo produttivo nel quale è attivo lo stabilimento di Sansepolcro che occupa 450 addetti e coinvolge nell’indotto altre centinaia di lavoratori. Nella vicenda – ha spiegato l’assessore – la Giunta si è sempre dichiarata terza, ma non indifferente; per questo abbiamo chiesto di mantenere un tavolo istituzionale per monitorare lo svolgersi delle trattative. L’intesa del 24 giugno sembra dunque possa segnare un punto di svolta rispetto alla possibilità che si giungesse al dibattito in aula in una situazione di crisi aziendale. Sulla proposta di TMT Brenna ha aggiunto che, in questa fase, occorre affidarsi alla valutazione di Unicredit/ Mediobanca, l’advisor attivato dalla Nestlé per scegliere l’acquirente. Ma ci sono altri fattori da tenere in considerazione, non ultimo il fatto che la Nestlé abbia altri interessi industriali in Toscana e abbia sempre dichiarato di essere molto attenta al valore della responsabilità sociale dell’impresa. Insomma, per il momento, pare scongiurato il rischio che l’offerta fosse fatta più per acquisire clienti e mercati che per comprare un’attività produttiva.Il dibattito è stato aperto dal consigliere Giuseppe Del Carlo (Udc) che ha espresso soddisfazione per l’intesa, sostenendo che il piano della TMT può dare garanzie, ma invitando la Regione a uno stretto monitoraggio. Da parte sua la consigliera Angela Notaro (An) ha parlato di un imprenditore sempre nell’occhio del ciclone per vicende giudiziarie: Non condividiamo l’eccessivo ottimismo, perché per noi il compratore rimane una figura di imprenditore non affidabile e il piano può rischiare di essere una mera illusione. Per la consigliera Bruna Giovannini (Sd), l’accordo è un punto di svolta, ma non definitivo, che non ci lascia convinti e tranquilli, perché rimangono in piedi le osservazioni dei lavoratori. Del resto – ha aggiunto in passato TMT ha ridotto l’occupazione quando ha rilevato stabilimenti ed è dunque necessario continuare a vigilare sull’accordo chiedendo alla Regione di seguire la vicenda.Sul mantenere alto il livello di attenzione ha convenuto anche Mauro Ricci (Pd), che però ritiene soddisfacente l’accordo siglato: Sarà proprio la cartina di tornasole della prima tranche di investimenti la verifica sul rispetto degli impegni. Il consigliere Alberto Magnolfi, capogruppo di FI – Pdl, ha parlato di soddisfazione seppure guardinga, anche perché la situazione di debolezza dell’economia rende plausibile l’eventualità di scorribande di gruppi non certo conosciuti né conoscibili, più interessati a operazioni finanziarie speculative che alla produzione. Devono quindi essere recepite le parole d’allarme che sono risuonate in aula, per attivare ulteriore attenzione e per intervenire nei casi poco chiari a salvaguardia dei posti di lavoro (ps – red)