Vita Chiesa

BUDDISMO IN EUROPA: A STRASBURGO LE CHIESE SI INTERROGANO SULLA CRESCENTE DIFFUSIONE

Le Chiese si interrogano sulla presenza, sempre più numerosa, di buddisti in Europa. Un mondo complesso, ricco di tradizioni che chiama comunque al dialogo. Con questo intento, una trentina di delegati di 16 Conferenze episcopali europee si sono riuniti questo pomeriggio a Strasburgo per la seconda Consultazione sul Buddismo in Europa, promossa congiuntamente fino a sabato 21 settembre dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso e dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee).

A tre anni dalla prima consultazione (avvenuta a Roma nel 1999), l’incontro di Strasburgo ha per tema: “Attenzione pastorale al diffondersi del buddismo in Europa: difficoltà, soluzioni e fattori di incoraggiamento al dialogo con il buddismo”. “E’ un fatto ormai noto – dice al Sir Hans Vöcking, segretario generale del Ccee – che il numero dei buddisti aumenta in Europa, prima di tutto a causa dell’arrivo dei rifugiati provenienti dall’Asia, ma anche in seguito alla conversione di molti europei al buddismo”.

Si conta che nel continente i buddisti siano circa un milione. “Il buddismo – dice il segretario generale del Ccee – è uno dei tanti fenomeni nuovi che si affacciano in una società europea divenuta sempre più pluralista dove religioni e visioni di vita diverse si incrociano ogni giorno. Ma ciò non significa che il cristianesimo non ha più nulla da dire”.

La decisione di promuovere una seconda consultazione a Strasburgo – ha spiegato mons. Michael Fitzgerald, segretario generale del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso – nasce proprio da “una preoccupazione pastorale”, dalla constatazione cioè che sempre più “persone che sono alla ricerca di una spiritualità, si rivolgono a nuove forme di religiosità e alcuni al buddismo”. L’incontro vuole pertanto “riflettere ed approfondire” come le comunità cristiane possono “parlare a queste persone, comunicare la ricchezza della tradizione cristiana, e quindi rispondere alle loro attese”.

“Bisogna anche considerare – ha osservato mons. Paul Gallagher, inviato speciale della Santa Sede al Consiglio d’Europa – che soprattutto dopo l’11 settembre, la dimensione religiosa e le differenze tra le religioni sono diventati argomenti di riflessione sempre più importanti. La gente si è interessata a questa dimensione come mai prima e sta cercando un rapporto con le comunità religiose. Ci dobbiamo chiedere cosa stiamo facendo per venire incontro a questa esigenza”.

Ciò che preoccupa di più mons. Callagher è “l’ignoranza” con cui spesso si affrontano questi temi e l’ignoranza – ha aggiunto il rappresentante della Santa Sede – porta “ai pregiudizi e ai risentimenti”. Per combatterla occorre “incrementare il dialogo, l’incontro, la reciproca conoscenza”. “Il dialogo – ha sottolineato mons. Felix Machado, del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso – è per la Chiesa un impegno senza ritorno. Un buon dialogo, un dialogo autentico”.Sir