E’ stato ucciso sabato scorso in Brasile padre Pietro Gabrieli (conosciuto come padre Taddeo), 73 anni, cappuccino, chiamato “il frate con la tuta” perché preferiva indossare la tuta piuttosto che il saio francescano. Nato a Bergamo e ordinato sacerdote nel 1954, svolse la sua prima missione in Eritrea nel ’55, quindi in Brasile nel ’61, a Imperatriz, una poverissima città del nord-est, nello Stato di Maranhao. Qui è stato assassinato con due coltellate. “L’omicida, un cinquantenne del posto, nei guai per altri crimini, è già in carcere racconta il quotidiano cattolico “L’Eco di Bergamo” -. Sembra che al momento dell’omicidio fosse sotto l’effetto dell’alcol e della droga. La polizia è convinta che abbia agito su commissione di un secondo indiziato, anche lui sottoposto a fermo in carcere. Quest’ultimo, 27 anni, è conosciuto dai cappuccini di Imperatriz, perché i frati lo avevano aiutato a uscire dal tunnel della droga. Circa un mese fa, era stato proprio padre Taddeo a sorprenderlo all’interno del convento mentre cercava di rubare qualcosa. Lo aveva trattato con durezza, ma non l’aveva nemmeno denunciato alla polizia. Il giovane, però, si era sentito offeso e aveva minacciato il frate che avrebbe pagato con la morte quel trattamento. Una promessa mantenuta, secondo le autorità di polizia di Imperatriz, con quelle due coltellate”. Padre Taddeo era impegnato da quarant’anni a favore dei contadini sem terra e si sentiva “uno di loro”. Per questo aveva già annunciato ai familiari la volontà di essere sepolto in terra brasiliana. I missionari bergamaschi sparsi per il mondo tra fidei donum e religiosi sono circa 700, di cui 280 in Africa, 300 nelle Americhe, 80 in Asia, 7 in Oceania e una ventina in Europa.Sir