Mondo

Bosnia Erzegovina: Save the children, “almeno 50 minori migranti soli dormono all’addiaccio”

“Almeno 50 minori migranti non accompagnati stanno dormendo all’addiaccio o in ripari di fortuna in Bosnia-Erzegovina senza alcun supporto e protezione, con gravi rischi per la loro salute e la loro sicurezza”, denuncia Save the children: “Questi minori stanno fuori al freddo gelido o in edifici già occupati abusivamente o abbandonati, in campi improvvisati o in residenze private senza la supervisione di un adulto”. 

I minori che stanno affrontando da soli il tentativo di raggiungere l’Europa sono parte dei 2.500 migranti che secondo le stime sono sparse sul territorio del Paese senza un alloggio adeguato. Con le temperature scese sotto lo zero durante la notte, e le infezioni da Covid-19 che continuano a salire, questi adolescenti trascorrono i loro giorni e le loro notti all’aperto, esposti alle intemperie e al rischio di abusi e violenze. Hanno accesso limitato a cibo, acqua, servizi igienici e nessun accesso a servizi di protezione, salute, asilo come rifugiati o istruzione. Come sottolinea Save the Children, “i minori che non sono nei centri di accoglienza ufficiali hanno urgente bisogno di un luogo sicuro e caldo dove stare e di essere protetti”.

Secondo i dati ufficiali, ci sono circa 500 minori non accompagnati in vari centri di accoglienza nel Paese, insieme a circa 450 bambini con le loro famiglie. Dopo la chiusura di due grandi campi l’anno scorso, il numero di posti disponibili per rifugiati e migranti in Bosnia-Erzegovina è drasticamente diminuito. Rifugiati e migranti, compresi i bambini, possono essere registrati solo nel momento in cui accedono a strutture di accoglienza ufficiali. Senza registrazione, i minori non accompagnati non possono avere accesso all’assegnazione di un tutore legale e rimangono invisibili al sistema di protezione, in condizioni di grave vulnerabilità. “L’Ue e gli Stati membri – dichiara Daniela Fatarella, direttrice di Save the children Italia – hanno il dovere di fornire risposte adeguate a porre fine a questa tragedia e ad evitare che questa si riproponga in futuro a quel confine o ad un altro dei confini esterni dell’Unione”.