Italia
Bonus bebè: centinaia di famiglie toscane non ne avevano diritto e devono restituirlo
DI ANDREA BERNARDINi
Nel 2005 avevano festeggiato la nascita del figlio. Ed avevano ritirato alla posta un bonus bebé da mille euro. Adesso hanno ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze una raccomandata in cui si intima loro di restituire la somma perché non ne avrebbero diritto. Di più: di pagare una sanzione amministrativa di 3mila euro per falsa autocertificazione.
È la storia di una coppia di Prato. Una delle tante che stanno ricevendo, in questi giorni, una lettera di contestazione del Ministero.
«Ho controllato sia il mio CUD che quello di mio marito: sì, nel 2005 il nostro reddito complessivo era di 50.410 euro… racconta la mamma. Adesso, però, io sono disoccupata da ben 3 anni e mio marito non sta ricevendo regolarmente lo stipendio da ben 4 mesi. Come possiamo fare?».
La vicenda
«Caro Alberto (nome di fantasia), questa è certamente la prima lettera che ti viene indirizzata. È il Presidente del Consiglio a scriverti per porti probabilmente anche la prima domanda della tua vita: lo sai che la nuova legge finanziaria ti assegna un bonus di 1.000,00 (mille/00) euro?».
Questa lettera – firmata da Silvio Berlusconi fu recapitata ad inizio 2006 a 550mila famiglie italiane. La legge finanziaria licenziata all’antivigilia di Natale del 2005 prevedeva, infatti, un bonus di mille euro ai nati di quell’anno.
La missiva invitava i genitori a riscuotere la somma nel vicino ufficio postale. Unici paletti: esser cittadini italiani e disporre di un reddito complessivo del nucleo familiare inferiore a 50mila euro. Il tutto da dichiarare in una autocertificazione.
L’erogazione prevedeva una procedura semplificata. Che adesso si sta rivelando un boomerang.
Molte famiglie, infatti, sono incorse in errore, indicando ad esempio il solo reddito netto; altre hanno segnalato il reddito da lavoro dipendente senza considerare l’abitazione principale; altri ancora non hanno individuato esattamente il nucleo familiare di riferimento.
Risultato: secondo una verifica dell’Agenzia delle entrate ottomila famiglie italiane non avrebbero avuto il diritto al bonus bebé.
È per questo motivo che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha intimato a chi non ne aveva diritto di restituire, entro 30 giorni dalla lettera di contestazione, il bonus bebé. Di più: poiché i genitori degli ottomila figli avrebbero, di fatto, dichiarato il falso con l’autocertificazione, il Ministero chiede loro anche di pagare una sanzione amministrativa di 3mila euro.
I consigli dell’avvocato
E mentre sul pasticcio infuria la polemica politica, richiama alla ragionevolezza l’avvocato Patrizia Sotgiu, di Alghero, mamma di prole numerosa: «Innanzitutto occorre verificare se la contestazione del Ministero è esatta, e poi se la richiesta dell’Amministrazione non sia prescritta, in quanto, a decorrere dalla data di incasso dell’assegno, l’amministrazione ha 5 anni di tempo per chiedere la restituzione, decorsi i quali si può eccepire la prescrizione. Se i cinque anni non sono passati, il bonus deve essere restituito, senza interessi né sanzioni. Attenzione, però: non bisogna pagare ora la preannunciata sanzione amministrativa di 3mila euro, in quanto solo il giudice penale, a seguito di regolare processo, potrà emettere condanna al pagamento. Se, invece, il cittadino ritiene che il bonus sia stato incassato ingiustamente, potrà far valere le sue ragioni depositando memorie difensive e i documenti che compravano il possesso dei requisiti richiesti, entro trenta giorni dal ricevimento della lettera, negli uffici qui indicati. Qui può chiedere di essere sentito personalmente dall’amministrazione».