Toscana
Bollette record in Toscana ci costano 2500 euro l’anno
di Ennio Cicali
Si riaccende la «guerra delle tariffe» dei servizi pubblici. A innescarla è stata la ricerca sul costo delle bollette dell’acqua che vede ben sette città toscane nella lista delle dieci più care di Italia: Arezzo (363 euro nel 2007) seconda solo ad Agrigento, Prato, Pistoia, Firenze (352 euro), Livorno (349), Siena, Grosseto (329), Pisa (317), Massa Carrara (241). Così la Toscana diventa la più cara d’Italia, con una spesa annuale media di 308 euro contro i 229 euro nazionali. La meno cara è Lucca, con 202 euro e nessun incremento fra 2006 e 2007. Le tariffe sono aumentate fra 2006 e 2007, in Toscana di +6,2% rispetto alla media italiana del +4,6%. I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, che ha preso in esame, per tutti i capiluogo di provincia italiani, il servizio idrico integrato (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, e quota fissa o ex nolo contatori). Il riferimento è dato dal costo annuo sopportato da una famiglia di tre persone che consuma all’anno 192 metri cubi di acqua, come calcolato dal Comitato di vigilanza sull’uso delle risorse idriche. L’acqua costa tanto e tanta se ne perde: complessivamente in Italia il 35% dell’acqua immessa nelle tubature va persa: il problema è particolarmente accentuato nelle regioni meridionali (49%); al centro ne va persa il 32%, al nord il 26%. La Toscana si attesta poco al di sotto della media nazionale con un +32% e perfettamente in linea con le altre regioni centrali. «Le tariffe basse non sono frutto dell’efficienza, ma di una modalità arretrata e sbagliata di regolare il sistema», replica Alfredo De Girolamo, presidente di Cispel Confservizi Toscana (l’associazione delle aziende di servizio pubblico). In Toscana si applica la tariffa, prevista dalla legge Galli, che deve coprire tutti i costi. Tariffe che non consentono, secondo De Girolamo, di fronteggiare l’«emergenza clima» e le conseguenti siccità con cui da qualche anno si fanno i conti. «Sono necessarie una serie di infrastrutture conclude De Girolamo come gli invasi, le dorsali di collegamento tra ambiti, i dissalatori sulla costa per cui sono necessari investimenti aggiuntivi per 900 milioni di euro». «Le tariffe dei servizi pubblici continuano ad aumentare e le responsabilità hanno un nome e un cognome dichiara il presidente del Gruppo regionale di FI-PdL Alberto Magnolfi . Si chiamano: immobilismo, politiche sbagliate e volontà di controllo politico della Regione». «La rete idrica è un colabrodo gli fa eco Maurizio Dinelli, Consigliere regionale azzurro e membro della Commissione Ambiente le tariffe per i servizi primari in 5 anni sono aumentate del 25% e la Regione, per divisioni tutte interne alla sinistra, non riesce a dare alla Toscana una legge sui servizi pubblici».
Del servizio idrico si occuperà l’indagine conoscitiva approvata all’unanimità dalla commissione territorio e ambiente del consiglio regionale. In due mesi dovrà concludere i lavori che riguarderanno la ricerca di documentazione da più fonti, audizioni a tappeto sul caso Aato3 – Publiacqua e a seguire tutti gli ambiti territoriali. Otto anni, tre assessori e due legislature non sono bastati per dare alla Toscana una legge regionale sui servizi pubblici locali, dicono Cgil, Cisl e Uil, che ribadiscono la necessità di arrivare in tempi rapidissimi a una normativa quadro che disciplini il settore. L’ultima ricerca che indica nella nostra regionale la più cara d’Italia per l’acqua «non ci sorprende, ma ci preoccupa» dicono i sindacati. «Non ci sorprende, perché da tempo denunciamo queste diseconomie: un sistema che conta 34 aziende a gestire i rifiuti di 3,5 milioni di abitanti, quando in Lombardia una sola li gestisce per 4 milioni e in cui non si riesce a ridurre da 10 a 3 il numero degli Ato; in cui il costo dell’acqua è il più alto d’Italia e quello dell’energia è aumentato del 25% in 5 anni. Ma siamo preoccupati perché sulle persone che rappresentiamo, lavoratori dipendenti e pensionati, le bollette incidono ormai, in media, per il 10% del bilancio familiare. Un peso considerevole il cui costante aumento, soprattutto nella situazione economica attuale, non è più sopportabile».
Caro-acqua ma non solo. Negli ultimi cinque anni, puntualizzano Cgil, Cisl e Uil, le bollette per gas ed energia sono aumentate del 25 per cento. Non va meglio per i rifiuti. «Gli impianti di smaltimento non bastano più spiega Sergio Sorani, segretario della Cisl Toscana con delega ai servizi pubblici – e i rifiuti di Firenze, oltre che di Prato e Pistoia, finiscono nelle province di Pisa e Livorno. Con una bolletta più pesa del 20 -25 per cento». Una famiglia, stimano Cgil, Cisl e Uil, paga 2.500 euro l’anno per i servizi pubblici locali. Su questi temi Cgil, Cisl e Uil hanno intrapreso un percorso di mobilitazione, con una serie di assemblee territoriali sul tema dei rifiuti e che proseguirà ora sull’acqua e che porterà ad una piattaforma regionale sui servizi pubblici locali. Entro un mese sarà nuovamente valutato il quadro. «Per il momento parlare d’altro è prematuro dicono i sindacati ma in assenza di novità valuteremo altre forme di pressione».