Dopo i drammatici scontri in Bolivia che in pochi mesi hanno causato oltre 60 morti tra la popolazione civile, Caritas Italiana esprime “solidarietà a tutte le vittime dei giorni scorsi e vicinanza nella preghiera alle famiglie colpite. Assicura inoltre che non farà mancare sostegno concreto per far fronte ai bisogni più urgenti”. Roberto Barja, direttore di Caritas Bolivia, ha ribadito che “la Chiesa resta un riferimento morale e continua nella sua opera a sostegno dei più bisognosi”. “Per motivi di sicurezza gli uffici della Caritas nazionale sono chiusi ha aggiunto Wilma Quinteros, responsabile dei progetti sociali Caritas – ma quelli delle Caritas diocesane continuano il servizio alla popolazione, a La Paz e a El Alto, luogo degli scontri di inizio settimana, soprattutto con la distribuzione di cibo, medicinali e con assistenza sanitaria. Inoltre in tutte le parrocchie si stanno svolgendo preghiere per la pace e veglie”. Aiuti ai feriti negli ospedali e nei centri medici vengono anche dalla Caritas di Cochabamba, come hanno riferito il vescovo, mons. Tito Solari e il direttore Caritas, padre Eugenio Coter. Prosegue intanto la collaborazione con la Chiesa locale nei seguenti ambiti: promozione delle donne indigene con la creazione di microimprese, progetti idrici, progetti nell’ambito della giustizia (pastorale penitenziaria e progetti in favore dei bambini carcerati a Santa Cruz), e interventi socio-sanitari, in particolare contro la malaria nella zona tropicale e a sostegno al dipartimento di salute. Negli ultimi tre anni, sono stati avviati un centinaio di interventi, di cui 89 microprogetti, per un importo totale di circa 520.000 euro. Sir